Rassegna storica del Risorgimento

WINKLER LUIGI ; 1860 ; UNGHERIA ; DUNYOV ISTV?N ; MILLE (SPEDIZ
anno <1963>   pagina <84>
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84 Magda Jószay
per essere mandato dai Generale: ma a quell'epoca essendo per la capitolazione di Milazzo la guerra di Sicilia al suo termine, il Generale pensò impiegarmi eoa più vantaggio nell'organizzazione dell'annata. Insistette quindi che io qui te* stassi inviandomi dal Generale Paterno con una sua distinta commendatizia. Così ebbi l'onore di essere incaricato alla (sic) formazione del 2 Battaglione spettante alla 2a Brigata della 16* Divisione.
Dietro le sollecitazioni del suonorato Generale quale comandante la Divi­sione stessa, senza attendere conferma del mio uffizio, io mi posi subito all'opera, malgrado che io avessi come estraneo al Paese da lottare non solo colle circo­stanze, ma eolle difficoltà ancora derivanti dalla mancanza di Regolare Decreto, malgrado che al mio Quaddro venissero destinati degli Uffiziali indigeni, a cui mancano le cognizioni militari, malgrado la contemporanea formazione di varii corpi, in meno di 14 giorni posso dire di contare un numero tale di militi (circa 400, fra i quali dei indigeni sono pochissimi) che altri Battaglioni quantunque cominciati ad organizzarsi da due mesi, non possono vantare certamente.
La cognizione poi acquistata in questo periodo di tempo, degli abusi e di­sordini esistenti per raggiungere lo scopo in generale delle organizzazioni dei Corpi mi fece persuaso, che tornasse utile alla causa del Paese il darne esatta informazione alla S. V.
Casa (sic) principale dei varj mali che verranno in seguito esposti, sarebbe a mio avviso la simultanea organizzazione di varj corpi. Ognuno dei capi pre­scelti avendo massimo interesse di formare il proprio Battaglione, è facile anzi inevitabile che ricorra a mezzi non sempre lodevoli. Che poi dell'uso di questi ne scapiti il carattere dei Combattenti stessi, e getti il principio della più grave indisciplina è ovvio il presentire. Per la concorrenza delle stesse ricerche il vo­lontario sta esitante nella scelta, si disperde, consoma un tempo prezioso e poi­ché dal continente giunge provveduto di qualche denaro, si abbandona alla dissipazione, al vizio, compiutamente demoralizzandosi. L'esempio moltiplica gl'oziosi, e le opportunità offerte da un grande paese rendono il male ancora più grave perchè facilmente impunito. Intanto i varj corpi non mai completi e stentamente ragranellati con cattivi elementi si sfasciano alla più lieve resi­stenza e rigore di disciplina, ed il Governo si vede smaltite immense somme in pura perdita. Posso inoltre accertare la S. V. che questi mali fattisi generali, divennero pure una speculazione scandalosa per molti dei volontarj e special­mente indigeni. Questi ascritti oggi ad un corpo e realizzata la paga lo abbando­nano il domani per un altro sedotti da compagni e consci! della percezione di nuovo soldo, né passa talvolta il terzo giorno ohe venduto il vestiario si presenti lo stesso per nuova iscrizione. E ormai questo fatto ripetesi sopra una scala va­stissima, per cui il danno risulta enorme al Pubblico tesoro e irreparabile la de­moralizzazione di questi elementi e quindi l'effimera e mai compiuta durata dei corpi stessi.
Dietro le fatte esperienze, e prese in considerazione le circostanze attuali di Palermo, sarei di parere che, siccome la leva dei coscritti non venne effettuata, e l'ampliamone dell'esercito si compie soltanto dalle provenienze di Genova, fosse cosa più opportuna lo effettuare la organizzazione dei corpi in quella stessa Città, la più feconda sorgente dei volontarj, e quindi raggiungere la Sicilia od altro punto stabilito.
Cosi si darebbe opera immediata all'istruzione e vorrebbe guarentito il nuovo corpo da un'altrimenti eerta rovina morale.