Rassegna storica del Risorgimento
AMAT DI SAN FILIPPO E SRSO LUIGI ; ROMA ; MUSEI ; STATO PONTIFI
anno
<
1963
>
pagina
<
99
>
7 fondi archivistici del Museo centrale del Risorgimento 99
Anche Luigi VanniccIH Casoni (dodici lettere, 1843-1848) dà informazioni specialmente nel 1843, su Forlì e sulla Romagna, ma vai la pena di seguire più da vicino le lettere (quarantaquattro) del futuro prigioniero della Repubblica romana, il card. Filippo De Angclis, che scrive dal 1831 al 1864, ma con maggior intensità tra il 1846 e il 1847. Se nel 1839 era convinto che Roma non conosce la Romagna, né la maniera di governarla (27 novembre), alla luce degli avvenimenti posteriori non sono da sottovalutare alcuni giudizi sulle prime riforme di Pio IX. Non si parla che di nuova era scriverà l'8 agosto 1846 , di era sospirata, di restaurazione d'Italia. Amico mio, ma che ha da fare tutto questo col Papa !.... 0 andiamo innanzi e questo è impossibile, o andiamo indietro, e qui allora vedremo che seguirà . Ed ancora, il 25 dello stesso mese: Siamo... alla rivoluzione in nome di Pio IX: non già del Papa, mentre è vietato il plauso a tal titolo .
Se è logica l'amicizia dell'Amat con cardinali noti per sentimenti liberaleggianti o per franchezza di parola, ci stupiscono, invece, gli sfoghi del card. Luigi Lambruschini. Le ventisei lettere scritte fra il 1836 e il 1847, non sono tutte ufficiali. ) Quando, il 5 giugno 1838, dovrà dire di no a una preghiera di chi ricopriva allora la carica di Legato a Ravenna, si soffermerà a deplorare la divisione della Segreterìa di Stato. Ognuno sa, che al card. Segretario di Stato è affidata la direzione dell'alta polizia: eppure chi lo crederebbe? Egli non solo non propone al Sovrano la scelta degli impiegati politici, ma neppure si chiama ad interloquirvi... Ecco i frutti della famosa provocata separazione e della creazione di due ministeri inopportunamente invaginata e malamente eseguita . Pensiamo si tratti di uno sfogo amichevole e non di un attacco al suo predecessore, perchè Lambruschini non poteva ignorare che quella divisione era stata imposta a Tommaso Bemetti per favorire il card. Gamherini, e che Amat lo sapeva. Quell'Amat che, come il suo amicissimo Bemetti, non doveva usare tanti riguardi nello scrivere a Roma, se è ancora Lambruschini che lo prega (26 luglio 1838) di usare altri termini nel respingere una lettera del Tesoriere, il quale si era limitato a firmare la prosa voluta dal Papa !
I corrispondenti dell'Amat non sono tutti ecclesiastici. Chi aveva ideato la fuga di Luigi Carlo Farini, doveva avere amici fidati anche fra i laici, a cominciare, appunto, dal Farmi, del quale si conservano sessantacinque lettere (1841 1854). 2) Darò poi alcuni particolari sulla corrispondenza con Carlo Matteucci, del quale restano ventitre lettere del periodo 1839-1861. Ricordiamo qui, invece, Diomede Pantalconi, che, nelle sue ventuno, dimostra grande dimestichezza con il cardinale, cui fornisce notizie da Roma nel 18471848, parlerà del Sapeto nel 1856, e col quale, il 10 maggio '60, si sofferma sulle probabili conseguenze dell'impresa garibaldina.
0 io ho vaneggiato tutta la mia vita e vaneggio altresì, o avi si fa tutto per perdersi. Se le informazioni che si hanno sono esatte io stimo che la rivolutone in Sicilia trionferà, e la conseguenza ne sarà la rivoluzione nel Regno di Napoli, Cosa si poteva fare di pih per illuminare il Re e la Corte ed impedire loro di per-
!<J Le lettere sono state segnalate e in porte pubblicate da LUIGI M. MANZINI, Il cardinale Luigi Lambruschini, Città del Vaticano, 1960, pp. 542-543, 610-613.
*) Pubblicate in Epistolario di Luigi Carlo Formi, a cura di LUIGI RAVA, Bologna, Zanichelli, 1911-1935, 4 voli.