Rassegna storica del Risorgimento
AMAT DI SAN FILIPPO E SRSO LUIGI ; ROMA ; MUSEI ; STATO PONTIFI
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Emilitt Monili
dersi? E se ciò avviene cosa crede che sui delle Marche ed Umbria, e perfino di Roma, se da Roma si fossero ritirate le truppe francesi, dette quali si vuole ad ogni costo disfarsi? Se io non erro in due o tre mesi si verificheranno quegli eventi che io aveva sperato più lontani., che io prognosticava per due o tre anni a venire.
Ritroveremo anche il Pantaleoni nel 186l,f,
Del perìodo della nunziatura a Napoli, non ci restano che lettere ufficiali del card. Della Somaglia (nove), del marchese D'Andrea (nove), del marchese Tommasi (diciotto), del principe di Cassaro (due), dell 'austriaco Lebzel tern (nove) e le quattro della regina Maria Teresa. Sono lettere autografe e private, mentre quelle di altri sovrani (Leopoldo e Maria Enrichetta del Belgio, Isabella del Brasile, Luigi II di Baviera, Francesco IV di Modena), sono trasmissioni di auguri o complimenti.
Del travagliato soggiorno in Spagna, quasi nulla, se si eccettua una lèttera di Don Carlos del 23 dicembre 183S. Come si erano incrociate le loro missioni, cosi anche alcune lettere dirette a Francesco Tibcri sono rimaste nell'archivio Àmat.
Decisamente più importanti, invece, i documenti del 18461849, quando la Legazione di Bologna e il commissariato sulle quattro Legazioni mettevano l'Amat in una posizione delicata e non facile, dalla quale tentò più volte di sottrarsi, come nel luglio-agosto 1848, recandosi ai Bagni di Forretta, o nel settembre, quando gli fu rifiutato il permesso di scendere a Roma, dove lo sappiamo da una lettera del card. Orioli del 13 maggio non aveva voluto accettare, come il solo, che abbia il voto universale , l'eredità del card. Ciacchi al ministero.
Non hanno grande importanza le diciassette lettere di Gaetano Zuccbini e le venti di Cesare Bianchetti, che avrebbero dovuto, invece, informare il Legato assente. Ricordiamo le corrispondenze ufficiali di Eduardo Fabbri (sette lettere), del card. Soglia (quindici), del card. Gizzi (una), del gen. Franzini (due), dell'incarico d'affari pontificio a Firenze, Vincenzo Massoni (tre), del card. Pentini (sette), del principe Aldobrandino (quattro), del segretario di Pio IX, Giuseppe Stella (quattro), di Pellegrino Rossi (quattro). Con lettera del 4 settembre 1848 G. N. Pepoli si dimette da comandante della Guardia civica, come aveva fatto, da consigliere della congregazione governativa, il 4 giugno, Cesare Bevilacqua.
L'interesse maggiore è, naturalmente, in quelle missive che, pur trattando di affari, hanno carattere privato o ufficioso. Francesco Borgatti. per esempio, riassume il 12 agosto tutta la politica estera pontificia, specie nei rapporti con gli altri Stati italiani per la progettata Lega; il conte Lovatelli (5 ottobre) tratta la questione del nuovo rettore dell'università di Bologna, che deve sostituire mona. Battistini. Vi sono due lettere di Giovanni Durando, delle quali una (31 marzo) è tutta di pugno di un minutante d'eccezione. Massimo d'Azeglio. Della capitolazione di Ferrara parla (15 giugno) Eugenio Alberi, il quale si rivolgerà al card. Amat anche nel 1851 per ottenere riparazione a quello che gli appare un ingiusto trattamento riservatogli dalle autorità restaurate. E non sarà il solo che busserà a quella porta. Uguali richieste perverranno da Achille Gennarelli, da Alberto Lovatelli, da Pompeo di Cuin pollo e da Filippo Guai torio. Ma torniamo al 1847-48 con una memoria anonima sulle condizioni della Legazione di Bologna, con due lettere di Gioberti,l) tre di Alessandro Gavazzi,
') Pubblicate in VINCENZO GIOIIEUTI, Epistolario, a cura di G. GENTILE e G. BALSAMO CBIVELM, Firenze, Vallecchi, 1927-1937, voi. VI, p. 265, voi. Vili, p. 118.