Rassegna storica del Risorgimento

LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
anno <1919>   pagina <114>
immagine non disponibile

114
M. Passamonti
è più giusto, non poteva vedere che con questa maniera il Guerrazzi ed i rivoltosi livornesi agivano con lui non come ribelli che, avendo meritato un gastigo per la loro condotta, domandavano supplichevoli che esso fosse minore di quel che dovevano attendersi; ma da pari a pari, anzi come da superiori ad inferiori, come se il Gabinetto to­scano avesse dovuto chiedere mercè ai sollevati. Il marchese Gino, ritornato, passati molti anni, su questi avvenimenti, libero dalle preoc­cupazioni dell'ora, rivendicò Ponore del Ministero, al quale aveva dato il nome, precisando fatti e dati nel loro dovuto termine'; ma è certo che quella condotta, allora, non poteva non impressionare ed addolorare gli amici del marchese Gino ed i liberali toscani, i quali vedevano cosi togliere ogni prestigio al principato, che era stato uno dei cardini fondamentali della loro dottrina. Il Vieusseux ed il Centofanti quasi quotidianamente scambiandosi pensieri e sentimenti rispecchiavano nelle loro lettere il cordoglio ed il disgusto, loro e degli amici comuni, per la preponderanza presa nella vita dello Stato dai rivoltosi* H 7 set­tembre 1848 il Vieusseux al Centofanti dopo avere raccomandato la causa, di Venezia per ottenere dai pisani nuovi fondi per la nobile città: Quando penso all'Italia esclamava a quella Venezia, alla guerra santa, che ci avrebbero tutti concordi ed uniti, mi rodo dalla rabbia ve­dendo l'anarchia che più mai invade la Toscana. Questa mattina sono arrivati deputati da Livorno ma (mi vien detto) con tali esigenze da far cascar le braccia e far dileguare ogni speranza di bene. Mio caro amico dove andiamo? .3 E poche ore dopo : L'affare della deputazio­ne,-scrìveva - venuta e ripartita dopo lunghissimo colloquio è per me un tremendo mistero, perchè penso all'avvenire e penso pure al vene­rando nostro amico: fatale eredità gli ha lasciata il Ridolfi ! 11 fatto sta che sono le quattro pomeridiane e nessuno sa dirmi, quale fosse il .re­sultato della conferenza. Superfluo è il dirvi, che aspettiamo con an­sietà le notizie di costà e di Livorno .5
La convenzione del 7 settembre 1848 parve, f in" un certo senso lo fu, una vittoria dei Livornesi : come questi l'accolsero, ci ha detto il Guerrazzi; e, per quanto egli abbia tentato di mitigare la cosà, non ha potuto nascondere i sentimenti riprovevoli della folla eccitata, uon sazia di concessioni legali, ma desiderosa di vendette brutali4. Còme invece fu udita dai liberal, ci può illuminare .c5 che il Centofanti
* PAPPONI, Settanta t/lomi, 'éufypen edityjtìkfflfyjj> n= 133,
8 4rùMvio dì Stato Pim - mfr Venlofanìp - CirriUpondensa, Basta 19.
* Archivio di Stato diPM-~ Lascito Cento}unti. Corrisponde/tèa, - Basta 19. I GUEBBAZZJ, Apologia, op. oW. pag. 94.