Rassegna storica del Risorgimento
AMAT DI SAN FILIPPO E SRSO LUIGI ; ROMA ; MUSEI ; STATO PONTIFI
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1963
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Emilia Moretti
quattrini che alla Chiesa. Se una provvida morte del Papa e la sapienza d'un successore non ripara* dal tetto in già vedo la rovina della Chiesa* Élla mi dirà come altra volta quando le prediceva mali presso a poco a quest'epoca, due anni fa, ch'io le voglio torre ogni speranza. Eminenza, si sono verificati que1 mali o no, ed ansi tanto peggiori e più gravi che io non li annunziava? Ebbene: vedrà anco questa volta se io mHnganno, benché con tutto il cuore me lo auguri.
Nel regno di Napoli le cose nostre erano avviate alla malora. La stolidezza del moto borbonico ha aperto gli occhi a tempo al Governo. Io sono stato in quelle provinole e finora si adottano tutte le misure da me suggerite, e non ho dubbio che fra due mesi tutto sarà tranquillo. La sorte di Roma dipendeva dal rafforzarci noi colà, e noi siamo i padroni a Napoli senza contestazione. Le guardie nazionali si battono per noi e abbiamo tenuto il Regno con soli 22 mila uomini. Ora se ne manderanno altri 15 mila, e faremo la leva, faremo pagare i tributi e ordineremo tutto. In due anni il Regno di Napoli avrà strade, porti ed attività. Quanto alla morato delle popolazioni, essa è la condanna la più tremenda pel clero che vi ha dominato e per la dinastia che ha regnato colà. Dio perdoni all'uno e aW altra la infame corru" zione introdotta in tutti i rami delle amministrazioni e la ignoranza e il delitto nel quale hanno cresciuto genti, che Dio ha dotato di preclaro ingegno e che essi hanno stornato per farne dei bruti.
Io ringrazio sempre VE. V. della fiducia che mi mostra, ma per giustifica verso di me debbo dirle che io la merito. Ho voluto sempre il bene e per quanto è in me mi adopero a praticarlo. Ho servito e servo fedelmente la mia Patria e Roma non mi persuaderà mai che ciò sia un delitto. Ma come la mia Patria non pare abbia-bisogno di me, nell'inverno me ne andrò a Nizza a fare il medico, perche io ho vissuto e intendo vivere con le mie fatiche; e questa sarebbe la miglior risposta alle pretese ambiziose che mi attribuisce la Civiltà cattolica se valesse la pena di rispondere a canaglia che non parla che per mentire e non scrive che per calunniare.
Io sarò grato se VE. V. vorrà onorarmi di replica nel modo che vorrà e la via di Torino è sempre sicura per me, perchè come deputato le lettere mi sono inviate ognora ove mi sia .
Nuovi documenti, nuove prove che l'Auiat era considerato un amico dai liberali, ma che lasciano ancora in noi il desiderio di conoscere quale fosse, veramente, il pensiero del prelato sardo, che riposa in Roma nella bella Chiesa dei Massimo, a San Lorenzo in Daraaso, non lontano dalla tomba di Pellegrino Rossi.
EMILIA MORELLI