Rassegna storica del Risorgimento
AMAT DI SAN FILIPPO E SRSO LUIGI ; ROMA ; MUSEI ; STATO PONTIFI
anno
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1963
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pagina
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109
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Libri e periodici
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Il pensiero degli storici eia qui ricordati (e dei Joro avversari reazionari, come lo Spada e il De Sivo) ai costituì, dunque, oltre ohe come pensiero, come azione risorgimentale, in quanto pubblicistica, oltre che scienza storica o tentativo di scienza storica. In questo senso le pagine del Maturi, abbiamo detto, sono oltre che storia della storiografia incardinata sulla storia del pensiero etico-politico, storia senz'altro, pur avvertendo che egli teneva ovviamente disùnta la storia delle idee da quella dei fatti, e che tendeva a vedere in questi l'ispirazione di quelli: di qui la simpatia per i principi settecenteschi e per i loro ministri illuminanti e illuminati, la menzione del barone von Hormayer accanto a quella di Hofer, e dei vari Madera accanto ai Pancho Villa direi in-folio, almeno, del nostro Risorgimento.
Siamo giunti agli storici del postRisorgimento, che, col Ti varani, iniziano la forma* adone del blocco storico risorgimentale, cioè quella visione unitaria del Risorgimento, che si sforzava di rendere a ciascuno la debita giustizia, a Mazzini come alla Casa di Savoia, a Garibaldi come a Cavour, cioè di delineare criticamente l'intera storia del movimento: Orioni, che, pur tra i molti difetti, bene comprese la poesia di Garibaldi e la prosa di Cavour, la grandezza della destra e quella del mazzinianesimo, mentre il De Sanctia vide meglio i limiti tanto dei neo-guelfi quanto del Mazzini. E un poco alla volta, a completare il quadro e ad equilibrarlo, tanti altri elementi furono introdotti dagli storici. Le dure realtà sociali dell'Italia risorgente furono presenti al Bolton King, che, dopo i socialisti, le sottopose ai lettori; il mondo austrogermanico della reazione e della conservazione sociale fu meglio compreso grazie al Luzio; la democrazia italiana in cammino fu vigorosamente delineata dall'impegnatissimo Salvemini; l'elemento sociale nel decennio di preparazione dal discepolo suo Nello Rosselli attraverso Pisacane; la fusione delle realtà politiche economiche sociali con l'elemento spirituale religioso e filosofico fu attuata dall'Anzilotti; l'elemento elvetico-gianscnistico della formula cavouriana fu approfondito dal Ruffini, il quale insistette, in polemica con l'Omodeo (che pur considerando il momento religioso come momento creativo della storia si fermò alla religiosità delle élites), sull'importanza dell'elemento chiesastico e della religione delle masse nel Risorgimento, mentre l'aspetto economico fu ricostruito, pei moderati, dal Ciasca, dal Grcenfield (seguito dal Luzzatto circa l'inconsistenza della borghesia capitalistica italiana) e, regionalmente, dal Prato, dal De Marco, daR, Romano, quello diplomatico quale tratteggiato dal Bianchi fu revisionato dal p. Rinieri, dal Silva attento alla politica francese, dal Valsecchi e da) Moscati attenti a quella austriaca, dal Berti esperto di storia russa, e, soprattutto dallo Chabod, che alla vecchia visione di un'Europa divisa dagli interessi degli Stati contrappose quella di un'Europa che progressivamente acquista coscienza di essere un'entità fisica e morale, non soltanto per la circolazione delle idee vista assai bene dall'Omodeo e dal Venturi.
A questo punto dello sviluppo della storiografia del e sul Risorgimento, giunto agli autori dell'età recente, il Maturi, a partire dal penultimo corso, dovette di necessità, oltre a lumeggiare alcune figure, per un verso o per l'altro di primo piano, dal Trevelyan allo Spellanzon al Jeraolo al Cantimori, soffermarsi di più, sugli autori che sentiva più congeniali, come il Salvatorelli (il cui illuminismo liberale si applicò particolarmente al Mazzini e al Cavour e contribuì alla formazione, coll'eliminazione della monarchia e di Napoleone III, di un nuovo blocco risorgimentale rispetto a quello formato nell'epoca che va dal De Sanctia al Ti varani), il Gobetti e i continuatori, in certo senso, della sua problematica storica tino allo Spini, al Valeri e al Romeo, nel quale vedeva il proficuo incontro del crocianesimo e della problematica marxista esaminata attraverso il Gramsci e taluni studiosi delle classi popolari, della storia delle classi dirigenti dell'Italia moderna, delle origini del sociausmo e della democrazia radicale.
Ritengo che ben pochi corsi universitari potrebbero essere pubblicati tali e quali contenuti nelle dispense litografate (com'è appunto avvenuto in questo caso), che testimoniano l'altezza di un insegnamento tanto concettoso e denso ohe vi si intrecciano, come abbiamo accennato, almeno tre distinte esposizioni le quali, poi, per l'ingegno e il benevolo temperamento, cosi ricco di umanità, del Maturi, appaiono, come ha bene colto il Scstan,