Rassegna storica del Risorgimento
LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
anno
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1919
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pagina
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Il Ministero Capponi e il tramonto del liberalismo toscano nel '48 115
scrisse Fotto ed il nove dello stesso mese al Vieusseux: Di Livorno a quest'ora saprete ogni cosa. Disfatti gli asserragliamenti, tranquillità apparente. E questi civici in Pisa o rimarranno con la necessaria persuasione di non aver fatto nulla e sempre più si abitueranno alle vane dimostrazioni lontanissimi da quella virilità di disciplina civile che è il nostro supremo bisogno; o faranno un non nulla. A me piange il cuore di questa nostra profonda miseria: siamo imputtaniti in una ' carognaggine superba di sé, e vorremmo ingannare noi e gli altri dimostrando di esser degni di pensare a fare il bene, con virtù di senso virginalmente fecondo '. Sotto la forma dura, quasi brutale, propria dell'uomo al quale il dolore togtfe la padronanza dei suo pensiero, il Gentofanti diceva grandi verità : se volevasi esser coerenti ai principi seguiti fino a quel punto, se non amavasi il contraddirsi ad ogni mover di fronda, non dovevasi per il nostro filosofo, dato il precipitare inatteso degli avvenimenti, seguire una politica di traccheggia-mento. n Gentofanti, che non conosceva tutto il retroscena dell'ambiente politico, propendeva, come abbiam visto, per un'azione energica, fosse poi accaduto quel che poteva succederne : ma, raccolte le forze, dopo di avere dimostrato di possedere una certa energia, non era decoroso venire a trattative inutili con coloro i quali, per lui, avevano demeritato della patria. B! per il Gentofanti gli indugi e le chiacchiere avevano un altro valore, perchè ogni giorno più toglievano ogni senso di virtù militari ai civici pisani e fiorentini, che erano stati chiamati per difendere la causa della libertà. Così il 9 settembre* all'amico Vieusseux: Vengono sempre dei nuovi civici in questa eittà - annunziava il Gentofanti - ai quali è stimolo la sicurezza di non correr pericolo e di fare una nuova dimostrazione.3 E tanto più affligevasi il" professore pisano della vana azione di Pisa, in quanto le mene dei livornesi, per persuadere le truppe del Governo a passare dalla loro parte, non erano cessate affatto anche dojK> le concessioni del ;7 settembre. Il Montanelli senza alcuna reticenza ci ha illuminato sulla propaganda e sull'attività dei rivoluzionari fra' civici raccolti in Pisa: onde è logico, che il Centofanti riconoscesse che, stando cosi le cose, bisognava provvedere più per il domani che forse per l'oggi stesso : egli pensava alla prova, che sui campi di battaglia avrebbero fatto quelle truppe, che avevano perso ogni senso di disciplina e di virtù militare. Che Pisa oggimai ne rimanga sguarnita - osservava al Vieusseux nella lettera del 7 settembre -, forse non sarebbe bene.
1 Biblioteca Nazionale ài Firenze - Carteggio Vieusseux. - Biblioteca Nazionale Si Firenze - Carteggio Vieusseux.