Rassegna storica del Risorgimento

AMAT DI SAN FILIPPO E SRSO LUIGI ; ROMA ; MUSEI ; STATO PONTIFI
anno <1963>   pagina <112>
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Libri e periodici
(1850-1881) fa uno degli esponenti del movimento populista; nel 1872 aveva organizzato con Dolgusin un circolo di propaganda rivoluzionaria per le campagne, nel 1873 fu arrestato, condannato ai lavori forzati e dopo sette anni inviato in Siberia dove mori a Irkutslc *)
Una figura, dunque, veramente interessante, quella di Michelangelo Pinto per i rapporti culturali e diplomatici fra l'Italia e la Russia dell'Ottocento. Essa ha ben meritato la rievocazione dell'Alekscev cui, nel ricordare lo scritto di E. Morelli abbiamo voluto aggiungere talune notizie tratte da documenti conservati in Italia.
Henryk Batowski dedica la sua attenzione agli influssi politici di Mazzini su Mi­ckiewicz con riferimento alla storia dell'anno 1848. (Polttyesny wplyw Mazziniego no Mickiewicza. Przyczynek do historii r. 1848; L'influsso politico di Mazzini su Mickiewicz. Contributo alla storia dell'anno 1848, pp. 73-78). Nel ricollegarsi agli studi complessivi di "W. Giusti, di G. Maver, di B. Limanowski e di A. Lewak l'A. sottolinea il punto di vista del Mickiewicz nella sua lezione del 27 dicembre 1842 al College de France e in una lettera del 3 maggio 1848 al Governo provvisorio di Lombardia che coincide con le valutazioni del Mazzini a cominciare dal I numero (1833) della Giovine Italia nell'articolo Del­l'Ungheria e in scritti successivi: constatazione del numero preponderante degli Slavi nella Monarchia asburgica; loro ostilità ad essa; possibilità di reciproco aiuto tra i moti polacco, slavo meridionale e italiano; funzione dei Polacchi in Italia, come mezzo per stac­care dall'esercito austriaco l'elemento slavo. Tutti orientamenti, questi, che finiranno per sedimentarsi nella coscienza di italiani e polacchi e slavi meridionali, per poi diventare patrimonio comune a tutta la classe dirigente italiana sino almeno al 1878 e poco oltre, innestandosi poi sulla tradizione, garibaldina.
Wolf Giusti attraverso il suo scritto su Un curioso opuscolo attribuito a un emissario russo (pp. 290-298) offre un quadro sintetico dei contrasti nazionali a Trieste e nella Venezia Giulia intorno al 1866. Gli uomini di governo asburgici dovevano far fronte al palese irredentismo degli Italiani, da un lato, e parare dall'altro la scoperta russofilia, che trascendeva talvolta a vero e proprio panslavismo, degli Slavi della Monarchia. L'opu­scolo segnalato e riassunto dal Giusti è dovuto a un certo G. E. Martelanz ed è stato pub­blicato a Trieste nel 1867 col titolo Gli Slavi e lo slavismo a Trieste. Dagli scritti di un emis­sario russo. Si tratta, ovviamente di un agente immaginario, e attraverso questo scritto viene raggiunto lo scopo di sottolineare la vigorosa forza assimilatrice dell'elemento italiano così che, vi si dice, lo slavismo a Trieste del pari che il colosso russo, ha i piedi d'argilla . Insieme, mettendo in rilievo la convivenza di varie stirpi in un emporio mer­cantile come Trieste, non manca in esso la nota cosmopolitica, caratteristica di molti triestini colti, e ovviamente gradita dall'Austria.
Al grande italianista polacco Roman Pollak col suo contributo su La conoscenza dell'Italia in Polonia (pp. 553-558) dobbiamo un quadro vivo e commosso dei rapporti storici e culturali fra la Polonia e l'Italia, dal medio evo sino ai giorni nostri. Un posto importante ha, naturalmente, l'epoca risorgimentale che attraverso i Polacchi caduti vede l'unione fraterna, intima con l'anima dell'Italia d'allora, e non solo con l'anima della nazione ma persino con la terra italiana, che accolse le loro ossa e che assorbì il loro sangue . Così che, quando arriveranno i tempi cupi, dopo l'insurrezione del 1863, l'indipendenza e l'unità italiana, dice il Pollak, ci sembrava un annunzio e una garanzia che finalmente anche per noi sarebbe venuto il giorno della risurrezione .
Infine per la prima volta viene resa nota in Italia da Angelo Tamborra la figura di un Croato, poi naturalizzato italiano, con uno studio su Imbro I. Tkalac in Italia {1863-1870), (pp. 623-634). Se il periodo della sua attività anteriore al 1863 è conosciuto attraverso i suoi scritti autobiografici, uno studio di Milcnko Ycsnic del 1914 e il recente libro di Dusan Sabolovié (Zagabria 1957), il contributo del Tamborra mette in luce la sua attiva colla borazione con la diplomazia italiana nei due grandi problemi di completamento dello
*) Ringrazio la nipote di M. Pinto, dr. Olga, per gli elementi biografici ohe ha voluto gentilmente fornirmi