Rassegna storica del Risorgimento

AMAT DI SAN FILIPPO E SRSO LUIGI ; ROMA ; MUSEI ; STATO PONTIFI
anno <1963>   pagina <114>
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114 Libri e periodici
religiosa serbo-ortodossa di Trieste del doti. Miograd Purkovié, edita in serbo dalla comu­nità stessa.
La Comunità religiosa serba di Trieste conserva nella sua magnifica chiesa di S. Spi-ridione, nella sua scuola, nella sua biblioteca in cai trovano posto vecchie e rare edizioni, nel suo cimitero e nei suoi archivi le fonti documentarie dei suoi due secoli di storia nel corso dei quali essa ha avuto una parte importante sia nello sviluppo economico della città sia nel risveglio religioso, colturale e politico della coscienza nazionale serba.
Il dott. Purkovié, già docente presso l'università di Belgrado, é il migliore storico jugoslavo fuori della Iugoslavia. Basata sa documentazioni fornite dagli archivi della Comunità religiosa serba di Trieste, da numerosi fonti secondarie serbe ed italiane, dalla stampa triestina, con 78 tavole fuori testo di cui 12 a colori, la sua Storia della Comunità religiosa serbo-ortodossa di Trieste, oltre a possedere una stesura rigorosamente scientifica, è edita con una veste grafica estremamente piacevole.
La prosperità economica di Trieste nel XV III secolo attira gli stranieri. La politica illuministica di Maria Teresa e di Giuseppe II faceva particolarmente sentire il suo influsso in questa città, porta dell'Austria per il commercio con l'Oriente. Dai privilegi economici accordati a Trieste nel 1745 alla carta del 1751 concessa alla comunità greca non vi fu che un breve passo. Attratti dalle possibilità eccezionali di guadagno, unitamente a quella di esercitare liberamente il loro culto, numerosi Greci si installarono a Trieste verso la metà del secolo, presto seguiti dai Serbi. Questi ultimi, marinai, armatori, com­mercianti, provenivano per la maggior parte dall' Erzegovina e, nell'ordine, dalla Dalmazia e dalla Bosnia. Nel 1751, incominciò la costruzione della prima chiesa di S. Spiridione. I Serbi si unirono naturalmente ai Greci, loro correligionari. Nella comunità ortodossa, la loro minoranza numerica era bilanciata dalla potenza finanziaria e dall'influenza di cui godevano. Il dott. Purkovié fa salire il loro numero a una cinquantina nel 1766. Nel 1780, essi sono già 200. Più della metà dei capi famiglia serbi residenti in quel tempo a Trieste erano grossi commercianti o armatori. Vi erano inoltre nobili, redditieri, coman­danti di navi, proprietari di negozi: pochi gli artigiani ed i facchini.
Le difficoltà fra i Serbi ed i Greci in seno alla comunità ortodossa cominciarono ben presto. Aumentando il loro numero e la loro prosperità, contribuendo attivamente al finanziamento della chiesa, i Serbi richiesero un loro parroco a fianco del parroco greco, l'alternarsi delle lingue liturgiche e la totale uguaglianza con i Greci in seno alla comunità. Al termine di venti anni di difficili rapporti e di contrasti giuridici davanti alle autorità imperiali, i Greci abbandonarono hi chiesa comune di S. Spiridione alla vigilia di Pasqua del 1781 e i Serbi si costituirono in comunità religiosa indipendente.
La fine del XVIII secolo ed i primi anni del XIX rappresentarono il periodo più interessante della storia della comunità serba. Molto ricca, la Comunità serba di Trieste, che nel 1812 raggiunse il numero massimo di 360 aderenti, contribuì materialmente allo sviluppo del nazionalismo serbo, dapprima religioso e culturale, poi politico. Essa aiutò molto gli scrittori. Alcuni celebri scrittori serbi dell'epoca visitarono la città e vi soggior­narono. La comunità aiutò economicamente chiese e monasteri nei paesi serbi. Nel 1806, dopo i primi successi dell'insurrezione contro i Turchi, essa ricevette delegati di Kara-giorgio cui donò un contributo di 50.000 fiorini. Nella stessa Trieste, la comunità fondò mia scuola ancora attiva ai giorni nostri. Nel 1793 essa ebbe i suoi statuti ( Statuti e regolamenti della Nazione e Confraternita illirica) che rimasero in vigore fino al 1950,
Verso la metà del XXX secolo, lo slancio della Comunità serba di Trieste ebbe un periodo di rilassamento. Le condizioni economiche della città non erano più floride come nel secolo precedente; si facevano sentire i primi effetti del l'italianizzazione. E, se la pro­sperità dei Serbi triestini si mantiene solida, diminuisce però il loto numero. La nuova chiesa di S. Spiridione, consacrata nel 1869, costruita e decorata da architetti, decoratori e pittori milanesi, fu il simbolo del risveglio nazionale in sono alla comunità triestina che rispose all'appello del rinnovato slancio nazionalistico serbo. Lo Stato serbo ottenne l'indi­pendenza e allargò il suo territorio conquistandolo all'Impero ottomano. L'incoraggia-