Rassegna storica del Risorgimento

AMAT DI SAN FILIPPO E SRSO LUIGI ; ROMA ; MUSEI ; STATO PONTIFI
anno <1963>   pagina <115>
immagine non disponibile

Libri e periodici 115
mento morale e l'aiuto materiale della comunità triestina non mancò e raggiunse il suo parossismo in seguito alle vittorie serbe del 1912.
Paradossalmente, nel momento in cui i Serbi furono prossimi a riunirsi in un comune Stato iugoslavo, lo slancio della Comunità di S. Spiridione bruscamente si arrestò. Il fatto ha una spiegazione. Lo sforzo finale del nazionalismo sud-slavo fu diretto più contro l'Austria che contro la Turchia. La storia dei Serbi di Trieste* d'altronde, è intimamente legata a quella della prosperità della città. Il fascismo e le relazioni piuttosto tese con la Iugoslavia, poi la seconda guerra mondiale, seguita dalla breve occupazione di Trieste da parte dei partigiani comunisti iugoslavi, ed infine i reiterati tentativi del regime di Tito per ottenere il controllo amministrativo dei beni della comunità, provarono duramente la comunità stessa. E solo a partire dal 1950 che un'amministrazione rinnovata e ringio­vanita, sulla base dei nuovi statuti, che consacrano una tradizionale autonomia, può accingersi a rimettere in sesto i beni della comunità e a smantellare gli effetti delle ideo­logie totalitarie.
Nel suo libro, il dott, Pnrkovió ha effettuato un'analisi viva e palpitante dei due secoli di storia della Comunità serba di Trieste. Egli ha, da una parte, analizzato la sua struttura economica e sociale e la sua posizione nella vita triestina, dall'altra, il suo contributo alla evoluzione spirituale, culturale e politica del nazionalismo serbo. Questa Storia della Comunità religiosa serbo-ortodossa di Trieste potrà essere un giorno completata, ma le sue linee essenziali non potranno mai venire alterate. STEVÀN K. PAYLOWITCH
Miscellanea queriniana a ricordo del II Centenario della morte del cardinale Angelo Maria Querini Brescia, Tipo-Litografia Fratelli Geroldi, 1961, in 8, pp. XI-359. L. 2300.
Il volume comprende dieci saggi, dovuti ad autori diversi, rivolti ad illustrare la vita e l'opera del cardinale Querini, vescovo di Brescia, prefetto della Biblioteca Vaticana, ed uno dei più caratteristici esempi dell'erudizione storico-ecclesiastica del Settecento italiano. Saggi di disuguale impegno e valore, accomunati dall'intento talora fin troppo scopertamente agiografico, ma tutti più o meno utili per una più precisa conoscenza del Querini e dell'ambiente nel quale visse e operò.
Dopo l'affettuoso saggio introduttivo di Ugo Baroncelli (Un. dotto mecenate del Settecento: il cardinale Angelo Maria Querini), di notevole interesse è la pubblicazione, curata da Giovanni Castagna O, S. B., delle lettere del Querini al cardinale Fortunato Tamburini e a Ludovico Antonio Muratori, conservate le une nell'Archivio dell'Abbazia di San Paolo di Roma e le altre nell'Archivio Soli-Muratori, presso la Biblioteca Estense di Modena, e nelle quali si riflette da vicino gran parte dell'attività erudita del prelato veneto. Sono lettere che non offrono, certo, spunti sensazionali, che rivelano anzi non lievi carenze nella sensibilità culturale del Querini; ma che costituiscono senza dubbio un pre­zioso strumento di lavoro per chi voglia approfondire certi aspetti della vita spirituale italiana del primo Settecento. Un altro importante contributo alla conoscenza dell'episto­lario del Querini è offerto da Federico Seneca con la pubblicazione, in appendice al suo saggio II cardinale A, M. Querini e la sua difesa del patriarcato aquileiese, del carteggio intercorso dal febbraio 1750 al marzo 1751 fra il Querini stesso ed il cardinale Delfino, patriarca di Aquileia, in occasione del loro vano tentativo di impedire la soppressione dell'antichissimo patriarcato e la correlativa istituzione dei due vescovati di Udine e di Gorizia, soppressione decisa dalla Santa Sede in seguito alle pressanti insistenze degli Asburgo e alla fine accettata da Venezia, sia pure a malincuore. Nella difesa del patriarcato il Querini n'impegnò a fondo, al punto che fu proprio su tale questione che s'infranse l'antica amicizia fra lui e papa Lambertini.
Autori dei rimanenti saggi contenuti nel volume sono: Giovanni Cappelletto S. J. (L'architetto del cardinal Querini)', Manlio pazzi (Sulla ritrattistica del cardinale A. M. Querini); Paolo Guerini (Il cardinale A. M. Querini Abbate Commendatario della Vanga-dizta e di Leno) Adolfo Mainetti (Angelo Maria Querini in viaggio per l'Europa, 1710-1714); Gaetano Panazza (L'incorniciatura del Dittico QuerinUtno); Carlo Peserò (IZ Querini ed alcuni letterati bresciani minori del suo tempo); Gaetano Simoncttc- (Epistalarintn Reginaldi Poli aliorumque ad iptum eoUeetìo). ALBERTO AQUAXONE