Rassegna storica del Risorgimento

LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
anno <1919>   pagina <116>
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E. Passamonti
Perette Livornesi agitatori non mancano di continuare a ripren­dere le loro mene fra noi; e quelli, che non vengono, e nel loro paese sono ubbrìachi nell'orgoglio della loro vittoria, come sono natural­mente disposti a vedere in questo concorso di civici una provoca­zione, così .facilmente potrebbero esser tentati di fare un moto in questo luogo, quando sapessero non esserci più questa milizia italiana. Fatto sta che il Sovrano, non potendo usare efficacemente l'unico rimedio buono a siffatto moto e quindi usarlo con grand'esempio, dovea appigliarsi con intensa severità al rimedio negativo, violando Livorno e costringendolo a contenere i suoi umori viziosi entro sé stesso, finché non fosse stanco dei più; non tollerarli e dover cedere. Certo scendere a concessioni e transazioni inefficaci era un rinunziare la dignità propria e .sé stesso. Ho sempre voluto scrivere lungamente -a Crino e non ho mai potuto. Parlategli voi per me e salutatelo.1 Queste due ultime lettere del Centofanti giunsero al Vieusseux il 10 settembre 1848 quando gli affari di Livorno diventavano sempre più gravi : ed il nostro editore, sia per soddisfare il desiderio dell'amico pisano, sia per il bene che voleva al Capponi, bene però eh e non gli toglieva la chiara visione delle cose, le inviò lo stesso giorno al mar­chese Gino perchè questi, facendosele leggere, conoscesse, fra le righe, non sempre adornate di frasi dolci, l'affetto che nutrivano per lui i suoi amici e le preoccupazioni che in loro destava la politica del ga­binetto da lui presieduto. E di ciò il Vieusseux avvertiva cosi il Cen­tofanti: Non potendo vedere il povero Gino, sempre sepolto a Pa­lazzo Vecchio, gli ho mandata l'ultima di ieri. Tutte le lettere ch'io ricevo, che contengono qualche ragguaglio importante e qualche sana riflessione, anche contraria all'opinione del ministero, credo dovere di amico il mandargliele. Ma il dare un consiglio, il suggerire nel mo­mento attuale è molto imbarazzante. Critica, oltremodo diincile e falsa mi pare la posizione del Governo : sono stati fatti molti sbagli non v'è dubbio; e, mentre il dittatore Guerrazzi usurpa l'autorità sovrana, usurpa di poteri escàmotats, vilipende ed ingiuria il Ministero e passa ad atti affatto illegali, egli da un altro canto fa gridare viva Leo­poldo II, mantiene l'ordine nel paese e prende delle misure governa­tive le quali, essendo, forse buone ed opportune, abbagliano i più e fanno perdere sempre più il terreno all'amministrazione centrale. Un tale stato di cose è terribile. Ora sentiremo come sarà giudicatala Livorno la dichiarazione che si legge nella Gazzetta di ieri; e, se quel popolo vorrà interpretarla a danno dei Governo, oppure se produrrà
Biblioteca Nazionale di Firenze - Carteggio Vieusseux.