Rassegna storica del Risorgimento
AMAT DI SAN FILIPPO E SRSO LUIGI ; ROMA ; MUSEI ; STATO PONTIFI
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1963
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pagina
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Libri e periodici
supposti, di indole sociale e colturale, ideologica e politica, del successo strepitoso d'un cosi mediocre personaggio. Non importa, o importa molto rela ti veniente, documentare contro Gavazzi, su rigorosi fondamenti scie ti nei, clic l'apostolo Pietro è venuto a Roma: importa viceversa illustrare, comprendere, anale rilievo e quale risonanza potesse assumere la negazione di una tale venuta in seno alla cultura anglosassone ed alla ventata del positivismo italiano del secondo Ottocento. Il non over posto a fuoco questo nodo centrale per intenderei italofilia dell'opinione pubblica inglese ed i suoi entusiasmi per Garibaldi snerva grandemente 3 vigore storico dell'opera del Sylvain. Ed a ciò si aggiunge un'altra considerevole lacuna: gli ultimi trcut*anni della vita del Gavazzi (magnum aevi spatium!) vengono condensati in una quarantina di pagine, essi che sarebbero tanto significativi per intendere i rapporti tra la libera chiesa evangelica dell'oratore bolognese da un lato e, dall'altro, il mondo dell'anticlericalismo, della Sinistra al potere, della democrazia garibaldina. In conclusione, l'A. ha svolto un ottimo lavoro di storia patria americana (coscienziosissima la ricostruzione delle giornate canadesi di Gavazzi, brillanti i medaglioni di giornalisti e pastori, ben condotte le pagine sull'episodio Bcdini), ba soddisfatto alla sua coscienza di cattolico, confutando senza troppa fatica, sul piano religioso, le declamazioni e gli anatemi di Gavazzi, ha portato qua e là buoni contributi, talvolta indugendo al vezzo dell'erudizione. -Ma il problema storico legato alta personalità di Gavazzi, su uno sfondo risorgimentale d'imprevedibile ampiezza e risonanza, rimane apertissimo. Forse occorrerà affrontarlo da più di un tato, collegando le estreme garanzie popolari del ncoguelfismo e certe espressioni anticlericali della Sinistra tradizionale (Rattazzi ebbe simpatia per l'ex barnabita) fino alta soluzione popolare, di massa, e seguire per quarant'anni una vicenda che non è quella individuale dell'apostata bensì quella, a larghi riflessi sociali, di un testimone della cultura e delta politica che le circostanze spingono talvolta alla tribuna del protagonista. RAFFAELE COLAPIETHÀ
Atti del Convegno storico lombardo. Brescia 6-7 giugno 1959', a cura del comitato bresciano perii centenario del 1859; Brescia, Apollonio, 1961, in 8, pp. 306. L. 1500.
Il convegno storico lombardo, i cui atti son raccolti in questo denso volume, si svolse a Brescia nella sede dell'Ateneo sotto gli auspici del comitato organizzatore delle celebrazioni per il centenario del *59 con l'intervento di autorevoli studiosi. Pochi giorni prima nel vetusto Palazzo Municipale avevano conclusi i loro lavori i congressisti del 38 Congresso nazionale di storia del Risorgimento, il quale aveva affrontato problemi complessi di politica italiana ottocentesca con particolare riguardo ai nostri rapporti con le potenze estere. In verità il compito del convegno lombardo fu assai più modesto, perchè limitato esclusivamente all'indagine locale, con il proposito di illustrare con valide testimonianze per lo più inedite il clima spirituale e politico della Lombardia e in ispecie a Brescia e nel contado nel decennio della preparazione. Per altro i frutti conseguiti furon più redditizi che non si pensi, non solo per la vastità dei temi trattati, ma segnatamente perchè le venti relazioni lette, ebe diedero occasione a dibattiti vivi ed efficaci, furono tutte improntate a serietà e spesso a finezza di analisi in armonia con i moderni criteri di ricerca e di ricostruzione, rifuggendo cioè da ogni tendenza agiografica o retorica o, per meglio dire, campanilistica, anzi mirando costantemente ad inserire il particolare nel generale, secondo il desiderio che aveva espresso nella sua dotta e suggestiva prolusione, all'inizio delle riunioni, il prof. Franco Valseceli!.
Non essendo possibile, per la tirannia dello spazio, addentrarmi in una disamina minuta delle singole comunicazioni, cercherà almeno, con la speranza di far cosa gradita ai nostri lettori, di rilevare, sommariamente, i punti essenziali dei dati di fatto che hanno portato alla conoscenza storica elementi nuovi degni di nota.
Sulla opinione pubblica a Brescia nel triennio 1R56- 59, di cui poco si sapeva sinora, si è tracciato un quadro abbastanza sicuro con un largo corredo di interessanti notizie o ignorate o disperse. Si è appreso cosi che Brescia, come già all'epoca delle congiure carbonare, nell'ultimo periodo della dominazione austrìaca tra tutte lo città lombarde era la più avversa al regime nemico. Continue eran le persecuzioni a carico dei patrioti,
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