Rassegna storica del Risorgimento
AMAT DI SAN FILIPPO E SRSO LUIGI ; ROMA ; MUSEI ; STATO PONTIFI
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1963
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Libri e periodici 125
poiché In polizia austrìaca non solo corcava di scoprire ogni minimo indizi di cospirazione
0 di sommossa; ma si industriava di scrutare negli animi, mediante i suoi agenti segreti, eventuali sentimenti contrari al governo imperiale. Ma non valsero le minacce e i divieti di ogni sorta. labri e giornali entravano in città di nascosto senza posa, provenienti dal Piemonte, cui volgevano di continuo gli sguardi i giovani patrioti che si riunivano alla chetichella, di solito nelle osterie fuori mano, e di essi non pochi ebbero L'audacia di passare clandestinamente la frontiera per incontrarsi con gli esuli o in Isvizzera o a Parma o in Piemonte. E non solo il ceto aristocratico e intellettuale covava Podio inveterato contro
1 Austria, ma anche tra i popolani vi eran teste calde; ta n t'è che tra i congiurati imputati nel '56 del crimine di alto tradimento per aver ordito una insurrezione che doveva scoppiare non appena fosse giunto Perdine dal Piemonte, figuravano anche giovani di modesta condizione sociale. Mi par opportuno avvertire a proposito che i congiurati erano per la massima parte di fede monarchica, poiché in realtà (ma l'importante tema fu nel convegno appena sfiorato) il partito repubblicano non fu a Brescia mai molto forte; comunque in quel periodo era del tutto in declino; e mi pare, se non erro, che Io comprovi il fatto che per il tentativo insurrezionale mazziniano del novembre 1853 che doveva iniziarsi nelle valli, ma fallì perchè scoperto per la delazione di un congiurato (sul famoso processo che ne seguì e che prese il nome di Ronchi dall'organizzatore della sommossa, e ì cui particolari, attinti a documenti archivisti, furon esposti caldamente in una relazione nutrita e precisa) vennero arrestati anche alcuni Bresciani per sospetto di compromesso, ma furono poi liberati perchè nulla risultò di certo a loro carico.
Ad orientare a Brescia l'opinione pubblica contribuì assai un giornale locale diffusissimo, l'Alba, che prendeva lo spunto da ogni pretesto per magnificare i progressi del Piemonte in ogni campo, controbattuto aspramente dal periodico austriacante La Sferza; ma grande merito spetta specialmente allo Zanardelli per aver fondato il Gabinetto di lettura, che divenne il centro fattivo dell'organizzazione emigratoria e il centro animatore dal '59 della Società Nazionale . A tener desto negli spiriti cittadini l'amore per la patria giovarono senza dubbio anche i canti indimenticabili del veronese Aleardo Aleardi (la cui figura fa nel convegno delineata con mano maestra) che aveva esaltato le più pure glorie risorgimentali bresciane e che nel '58, nelle Tre fanciulle, darà alla città l'ambito epiteto di Leonessa d'Italia .
Anche cose buone si son dette circa l'attività economica nel Bresciano. Le industrie, di cui alcune erano già fiorenti sotto il dominio napoleonico, andavano generalmente decadendo, oltre che per cause contingenti, per l'enorme gravosità delle tosse imposte dal non mai sazio erario governativo ed impacciato e lento era il commercio per le numerose barriere doganali: in condizioni alquanto migliori l'agricoltura che, per l'estesa e fertile pianura che si estende a sud della città, aveva sempre nel passato costituito una delle fonti principali della ricchezza della provincia. Di pia senza dubbio si sarebbe ottenuto se la campagna non fosse stata danneggiata dalle recenti carestie e dalla malattia della vite, cui si aggiunse nel '57 un altro gravissimo flagello: la terribile epidemia colerica che non solo accrebbe la miseria dei contadini, ma ne peggiorò per giunta il già scosso stato sanitario. E gli effetti furono evidenti quando nel gennaio del*59 l'Austria, dovendo rafforzare la sua armata in Italia in vista di una guerra, che pareva in verità allora imminente, contro il Piemonte (sull'affrettata mobilitazione fu letta nel convegno una relazione sostanziosa e riccamente documentata) si iniziarono le operazioni di leva; tanto per portare un esempio* dei coscritti che si trovavano nella classe di età ben 1523 della provincia di Brescia furono giudicati inabili per debolezza organica, dovuta quasi essenzialmente a scarso nutrimento. Ma gli scambi di traffico furono forse nel Bresciano men difficili che in altre zone della Lombardia, ove, come nel Pavese, oltre all'imposizione di fortissimi dazi (cosi quello sui vini piemontesi che colpi non solo i commercianti e i consumatori, ma gli stessi proprietari fondiari) furono grandemente ostacolati dalla mancanza di reti ferroviarie che le congiungesaero con le correnti commerciali di maggiore sviluppo. La questione ferroviaria, dì grande portata per l'economia italiana in quegli anni, fu nel convegno trattata con larghezza di vedute e con salde argomentazioni dando luogo a numerosi interventi. Spiace non poter fermarci sa; ma voglio per Io meno far presente (ciò che eredo sia igno-