Rassegna storica del Risorgimento
AMAT DI SAN FILIPPO E SRSO LUIGI ; ROMA ; MUSEI ; STATO PONTIFI
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Libri e periodici
il Don Marzio (1860-71), fino al comunista U Buddaeei (1924-25) coraggioso foglio dell'opposizione al fascismo ormai al potere (che con la legge del 1 luglio 1924 aveva praticamente soppresso la libertà di stampa).
Nell'arco di tempo die va dalla trionfale marcia di Garibaldi al fascismo, il Cenato può seguile con partecipe fervore l'organizzarsi e il consolidarsi delle organizzazioni sindacali e politiche operaie, dapprima attorno olla predicazione del Mazzini, poi nei gruppi anarchici, nei Fasci dei Lavoratori, nel partito (o meglio nei partiti) socialista, riformista, laburista e comunista. Può presentarci l'attiva propaganda svolta tra operai ed artigiani dai fogli mazziniani L'operaio (1869-74) e Fede e avvenire (1868-94), parlarci delPeflìcace compagna contro l'amministrazione locale del Riscatto (1886-97) socialista ed anarchico, de II Vespro, organo del Fascio dei Lavoratori (1888-96), delle disparità di vedute personali tra i due primi capi socialisti Nicola Pctrina e Giovanni Noè. Con il Proletario siamo di fronte, all'alba del nuovo secolo, ad un partito socialista unificato, pronto alle diffìcili prove del periodo gioiittiano. Si affaccia, con proposili confusi, ma con un'indubbia personalità di Capo, nella vita politica messinese, Giuseppe Toscano; col suo Germinai ( 1904-23) egli riesce a formarsi una base elettorale e a diventare deputato; successivamente, attraverso lotta di clientele, polemiche e processi, continuerà la sua carriera trasformistica, accostandosi quale fiancheggiatore ai prevalente fascismo. La medesima fine faranno altri fogli combattivi, quali L'Ardito (1919-24) e La Lega (1919-26, dello stesso Toscano) mentre con II Lavoro (1919-25) Ettore Lombardo Pellegrino inizierà una seria opposizione costituzionale al regime fascista, verso il quale tuttavia aveva manifestato inizialmente ingenuo ottimismo.
Attraverso la storia di un centinaio di periodici (settimanali, numeri unici, quotidiani) il Cerrito ha studiato accuratamente i settori più popolari dell'opinione pubblica messinese e delle città della provincia (tra le quali almeno Mistretta ebbe un interessante periodico socialista. La Montagna). Ha proceduto tra le difficoltà con sicurezza e con un preciso metro di giudizio, talvolta fin troppo preciso e intransigente, pel quale è sempre positivo l'organizzarsi e il dirigersi delle forze operaie nel socialismo marxista. La suddivisione del lavoro in schede gli consente di delineare le caratteristiche d'un giornale alla volta, anche se l'obbliga a ritornare talvolta sugli stessi episodi della vita pubblica locale e nazionale. La stampa messinese è lumeggiata esaurientemente nelle sue vicende, anche se opere del genere non riescano peraltro mai del tutto complete. Anche la distruzione degli archivi locali della Questura e della Prefettura ha ristretto le indagini alla storto esterna di questo giornalismo, del quale desidereremmo di conoscere le tirature e le fonti di finanziamento. Tuttavia nella sua modestia propria d'un centro provinciale, Messina offre un panorama vario d'iniziative, una ricchezza insperata di periodici e d'organizzazioni, una progrediente forza dei suoi sindacati, fasci, partiti operai, cui solo il tragico terremoto del 1908 impone una lunga sosta
Con gli anni successivi, assistiamo a un progressivo svigorirsi del giornalismo messinese: destino comune a tutto il giornalismo di portata locale, che lascia fatalmente il passo al grande giornalismo nazionale, tecnicamente meglio servito, culturalmente più agguerrito, favorito nella diffusione da buoni mezzi di trasporto e da bassi costi. Nel 1926, anno cui giunge questo lavoro, dopo una breve fervida ripresa nel dopoguerra, un tipo di stampa di portata locale giunge al suo esaurimento: non è solo per il regime autoritario che si è imposto, ma anche per nuove esigenze della tecnica giornalistica cui si affianca, destinata a rapidi sviluppi, la radiofonia. SERGIO CELLA.
GENNARO SASSO, Profilo di Federico Chabod; Bari, Laterza, 1961, in 8, pp. 191. L. 1200.
questa la ristampa, notevolmente ampliata, del saggio su Federico Chabod pubblicato da Sasso nel 1960 sulla Nuova rivièta storica} e costituisce certamente, fino ad oggi, lo Blu dio piò completo e organico, anche se naturalmente non può esser giudicato definitivo, sull'insigne maestro.
La carriera storiografica di Chabod è seguita passo a passo, dai primi studi su Machiavelli alla Storia della politica estera italiana, con analisi finissima e penetrante, che sa sempre mettere nella giusta luce sia i caratteri peculiari dell'opera dello storico valdostano ed il loro sviluppo nel tempo, sia il nesso vitale fra essa e lo principali correnti della storiografia con-