Rassegna storica del Risorgimento
LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
anno
<
1919
>
pagina
<
126
>
126
- PasaumonU
della terra toscana.1 Ma del male, che questa ribellione causò, del risorgere dei miasmi,'che avevano infettato Livorno e che il Guerrazzi era riuscito a ricacciare nei fondi pestilenziali ove erano nati, ma che ora lentamente risalivano alla superficie, come l'autore dell'assedio di Firenze aveva preveduto e temuto, e che egli non pofeVa più contenere completamente, dava notizia la Palli al Ricasoliil 15 settembre-148-nei termini seguenti: I giornali decretano ristabilito!'ordine a Livorno e infatti nessun tumulto è più accaduto ; ma non per questo la fiducia rinasce, che anzi l'emigrazione continua e molte case rispettabili di negozianti si preparano a cercare un porto dove il loro traffico non sìa preda di continue perturbazioni. Il disarmo non si effettuò: anche i monelli hanno i fucili, sciabole, stiletti; il modo di governare è strano, perchè Firenze comanda e sa di non essere obbedita : i lettori di Livorno comandano e sanno che due terzi obbediscono per paura e che, se non si avesse i mezzi di incutere quella paura, il loro potere finirebbe immediatamente. La città è squallida e silenziosa, molta la miseria, brutti e villani i modi e la plebe insulta con ridicole accuse i nomi dei galantuomini, di arti nefande, perchè non sorga il giorno dei disinganno. La fame per i vecchi padri, per le mogli, per i figli, questi che sono non eroi, come gli chiamano i giornalisti, ma galantuomini cresciuti nel timore d'Iddio e perciò rifuggenti dal furto, dal saccheggio, questi popolani non so, se potranno resistere alle voci lamentevoli dei loro cari chiedenti pane. Oh 1 sciagurate passioni ! hanno distrutto il nostro avvenire ! era bello ! ora sovrasta spaventevole, perchè il male è profondo.2 E quel eh'è
J GUERRAZZI, Apologia, op. cit., 9? segg.
3 Archivio Micasolh BROLI o. - E che la nobile aignora fosso nel vero, dimostra l'attività spiegata dal Corriere e dagli organi fautori del movimento per smentire le voci che correvano intorno alle deplorevoli condizioni in cui versava allora Livorno. < La calunnia > scriveva il. Corriere il 21 settembre 1848 òl'ntiico-mezzo governativo adottato dal sistema che tenta in ogni modo comprimere, distruggere, annientavo le nostro liberta... far credere che siamo anarchici e labri >. Ed il 28 settembre: I tempo che i popoli conoscano i fatti e i detti, le paure perpetue, le ;iseraioni, le perfidiucoó di queste Eanocehie queruli e bruttò figli del fango... Andate via, noi non abbiamo tempo adesso da stare allegri. Ai tempi quoti ritornerete alla fine del pranzo co' pappagalli e lo scimmio per farci ridere . Ed il 28 settembre I tristi e i calunniatori smentiti cosi evidentemente dal fatti e coloro che non possono ormai giustificare le infami accuse, le codardo paure, ai dolgono forse del prospero andamento del nostro commercio, della quiete serena, che arride per l'opera dei buoni cittadini e forse godrebbero di veder tutto sparire, ma il perfido voto non sarà mai adempito >. Corriere Livornese, 190,26 settembre 1848 - 187, 22 settembre 1848 - 186, 21 settembre 1848.