Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; PEPE GUGLIELMO ; STATELLA GIOVANNI ; GUERRA 1848-1849
anno <1919>   pagina <136>
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G. PuUxdmo
che consultasse gli amici prima di determinarsi a dare le dimissioni è esplicitamente contraddetta da ciò che il bolognese Antonio Zanolini scrisse in quei giorni a Marco fllingbetti, rappresentante del Governo pontificio presso il quartiere generale di Carlo Alberto,''
Comunque sia, questo è a parer mio indubitabile, che il Pepe non volle nel primo momento ribellarsi agli ordini del suo Governo, ed anzi, cedendo il comando, si condussi* iti modo da facilitarne l'esecuzione.3 Per conseguenza, se dopo cambiò parere, e fece tutto il contrario, vuol dire che sopraggiunsero nuove circostanze, le quali
10 determinarono a tale mutamento. Quali esse fossero ora vedremo.
Non appena lo Statella ebbe assunto il comando, spedì corrieri a tutti i capi dei corpi in ogni direzione perchè battessero in ritirata. Subito s'iniziarono i relativi movimenti, per effetto dei quali a Bo­logna ed altrove cominciò a serpeggiare un mormorio di scontento contro i Napoletani, che non tardò a degenerare in apèrte tìunaoee ' all'indirizzo specialmente del generale Scala, che aveva portato l'ordine, e dello Statella che lo eseguiva. La città fu presto in subbuglio. Il Pepoli, il senatore Zucchini, i capi della Guardia Civica ed altri pri­vati cittadini, tra i quali lo Zanolini e il marchese Tattini, conven­nero insieme per deliberare sul da farsi. Fu risoluto di insistere presso lo Statella perchè restituisse il comando al Pepe, e presso-quest'ultimo perchè lo riprendesse e ordinasse la marcia in avanti.
11 cardinal legato Ainat, per timore di disordini, approvò quanto si era deciso, e la Commissione, accompagnata dal generale Ferrari, si recò immediatamente all' albergo dove alloggiavano i due generali. Ma iOn, dal mattino era giuntò a Bologna dal campo l'inviato napo-. letano presso Carlo Alberto, Piersilvestro Leopardi, il quale, venuto
bardia. Ò così agito dacché credo che la marcia retrograda ai queste truppe ridonderà a discapito del nome napoletano e a danno della nostra Patria e
* del Re. "
D'altronde Vespressione, con la quale Y. E. termina la sua lettera, m fa accorgere che/ cotesto Governo A reso giustizia ai mìei sentimenti di onore e di nazionalità, suggerendomi di dare il carico: a S. E. il tenente generale Statella rìol comando di questo Corpo, ove ini ripugnasse dì capitanarlo nella ritirate che dovrà eseguire. Il tenente generate Guglielmo Pepe *
A. Zanolini a M. Minglietli, Bologna, 25 maggio 1848: Qui aiamo stati in grandissimo angustie. Pepe aveva.Jfóputo l'ordine di retoooedore. e rinun, ziato, sema wnsnltare gli rìnìci> il comando dell'esèrcito al tenente generale Statella . Miei ricordi, Torino, 1889, voi. il, p. 339.
9 Secondo il CABRANO (Vita del generale Florestano Pepe, Genova, wm) a Pepe fu consigliato a comportarsi cosi dal fratello Morostano.