Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; PEPE GUGLIELMO ; STATELLA GIOVANNI ; GUERRA 1848-1849
anno <1919>   pagina <138>
immagine non disponibile

138
G. Paladino
poli e gli altài dovettero fare degli sforzi affinchè lo riprendesse.1 Del resto il contegno del Pepe fu sempre confórme a quello che aveva assunto fin da principio. Fu quando lo Statella, spaventato dalle minacce e dalle grida popolari - mentre con le forze di cui disponeva avrebbe potuto e dovuto comportarsi diversamente , si decise a cedere, che il Pepe, solleticato nel suo amor proprio dagli evviva che partivano dalla folla e dalle insistenze della Commissione pereto è si rimettesse a capo delle truppe, acconsentì a farlo, e, affacciatosi al balcone, ar­ringò il popolo, promettendo che sarebbe presto andato coi suoi in aiuto dei fratelli lombardo-veneti.8
Così l'ordine del Governo- napoletano, che al mattino sembrava in via di esecuzione, non fu eseguito: ma ciò non avvenne - come il Pepe scrìsse: iéi? giustificare il suo cambiamento - per il timore che le popolazioni delle Romagne e delle Marche ostacolassero la ritirata delle truppe ricorrendo alle arnil.e spargendo sangue fraterno (il che come vedremo - all'atto pratico non si verificò); e neppure per la previsione cJie i soldati, in luogo di tornare indietro, avrebbero di­sertato Su vistoso numero onde recarsi all'esercito del Re Saldo 8
1 L. cardinale Amai a Marco Hrngttofclà, Bologna, 26 maggio 1848 ; Miei TL MrM Ì,342: A. Zanolini allò, stesso, Bologna, 25 maggio 1848, ivi, H, 339* tanto et siamo adoperati che )0iep)< ha ripeso il comando .
- 0. Popoli a G. Durando, Bologna, 23 maggio 1848, loe. oit ; P. Leopardi al principe di Cariati, ministro per gli affari esteri. Bologna. 23 maggio 1848, Nar-razioni, p. 194.
* I pretesti addotti dal Pepe per giustificare la ripresa del comandò si tro­vano esposti in una lunga aggiunta alla lotterà diretta al principe d'Ischitella, di cui iiogià parlato, ovattandosi di un documentò .importante, e rimasto, finora sco­nosciuto, lo trascrivo qui integralmente didl'òriglnaie esistente nelle Carte Ruggiero: Questo lettera .{qjwtfo con mi apena Mmnvsùrfii ,/e 4im-ìssimi 6 stata scritta da
* me] a; mesa giorno }' in puntò ctte..isònó- le >:5cMt sera àJH riprendere il comando della truppa e disporre che si rannodasse nelle vicinanze di Eerrara, <c valicando la prima colonna il Bó. Le ragioni ette mi anno indotto a cosi operare sono le qui appresso indicate:
1 I soldati. Harobb'!!*) disertati in vistoso numero onde recarsi all'eser-
.*.oJiò (M Ite gardoj; vergognando M ripassar; daltef Itahé in cui erano stati tanto festeggiali
2 Gli abitanti, di Bologna-e di fótte le oltìfè sino ad Ancona ed i bot. taglioni di Gnaedlo Civiiehe disponevansi a fratricida guerra, combattendo Na- poletani in ritirata.
< 3 Xietta ritirata avrebbe coperto d'ignominia il nomo napoletano aenaa
* giovare al; Ètovorno, daoehiò pochissimi soldati avrebbero potuto giungere al Tronto.