Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; PEPE GUGLIELMO ; STATELLA GIOVANNI ; GUERRA 1848-1849
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1919
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G. Paladino
poli e gli altài dovettero fare degli sforzi affinchè lo riprendesse.1 Del resto il contegno del Pepe fu sempre confórme a quello che aveva assunto fin da principio. Fu quando lo Statella, spaventato dalle minacce e dalle grida popolari - mentre con le forze di cui disponeva avrebbe potuto e dovuto comportarsi diversamente , si decise a cedere, che il Pepe, solleticato nel suo amor proprio dagli evviva che partivano dalla folla e dalle insistenze della Commissione pereto è si rimettesse a capo delle truppe, acconsentì a farlo, e, affacciatosi al balcone, arringò il popolo, promettendo che sarebbe presto andato coi suoi in aiuto dei fratelli lombardo-veneti.8
Così l'ordine del Governo- napoletano, che al mattino sembrava in via di esecuzione, non fu eseguito: ma ciò non avvenne - come il Pepe scrìsse: iéi? giustificare il suo cambiamento - per il timore che le popolazioni delle Romagne e delle Marche ostacolassero la ritirata delle truppe ricorrendo alle arnil.e spargendo sangue fraterno (il che come vedremo - all'atto pratico non si verificò); e neppure per la previsione cJie i soldati, in luogo di tornare indietro, avrebbero disertato Su vistoso numero onde recarsi all'esercito del Re Saldo 8
1 L. cardinale Amai a Marco Hrngttofclà, Bologna, 26 maggio 1848 ; Miei TL MrM Ì,342: A. Zanolini allò, stesso, Bologna, 25 maggio 1848, ivi, H, 339* tanto et siamo adoperati che )0iep)< ha ripeso il comando .
- 0. Popoli a G. Durando, Bologna, 23 maggio 1848, loe. oit ; P. Leopardi al principe di Cariati, ministro per gli affari esteri. Bologna. 23 maggio 1848, Nar-razioni, p. 194.
* I pretesti addotti dal Pepe per giustificare la ripresa del comandò si trovano esposti in una lunga aggiunta alla lotterà diretta al principe d'Ischitella, di cui iiogià parlato, ovattandosi di un documentò .importante, e rimasto, finora sconosciuto, lo trascrivo qui integralmente didl'òriglnaie esistente nelle Carte Ruggiero: Questo lettera .{qjwtfo con mi apena Mmnvsùrfii ,/e 4im-ìssimi 6 stata scritta da
* me] a; mesa giorno }' in puntò ctte..isònó- le >:5cMt sera àJH riprendere il comando della truppa e disporre che si rannodasse nelle vicinanze di Eerrara, <c valicando la prima colonna il Bó. Le ragioni ette mi anno indotto a cosi operare sono le qui appresso indicate:
1 I soldati. Harobb'!!*) disertati in vistoso numero onde recarsi all'eser-
.*.oJiò (M Ite gardoj; vergognando M ripassar; daltef Itahé in cui erano stati tanto festeggiali
2 Gli abitanti, di Bologna-e di fótte le oltìfè sino ad Ancona ed i bot. taglioni di Gnaedlo Civiiehe disponevansi a fratricida guerra, combattendo Na- poletani in ritirata.
< 3 Xietta ritirata avrebbe coperto d'ignominia il nomo napoletano aenaa
* giovare al; Ètovorno, daoehiò pochissimi soldati avrebbero potuto giungere al Tronto.