Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; PEPE GUGLIELMO ; STATELLA GIOVANNI ; GUERRA 1848-1849
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1919
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142
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142 G. Paiamo
chiamo. Invece egli, che in cuor suo non voleva disobbedire al Re. prima cedette il comando e lasciò che lo Statella disponesse il ritorno, e che questo s'incominciasse ad effettuare; quando poi, premuto dalle dimostrazioni dei Bolognesi e dalle insistenze dei capi della città, che gli promisero mari e monti, volle rimettersi su e far avanzare le truppe, le trovò riluttanti ad obbedire, perchè avevano capito che il Re le voleva a Napoli, mentre il generale non intendeva di condurvele.'
Ma si dirà. Il Pepe non godeva nessuna autorità morale sull'esercito per potersi sostituire al Governo lontano e per riuscire a trascinare i soldati a seguirlo dovunque volesse? Sì, egli non aveva alcun.ascendente su di essi. Egli era ignoto o mal noto alle genti che avrebbe dovuto comandare. La comune tradizione, anche quella liberale di cui il più cospicuo rappresentante si chiamava Pietro Colletta, gli attribuiva la maggiore responsabilità nel rovescio del 21. D'allora in poi visse lontano dal regno, né, come tanti altri, esuli al par di lui, si segnalò in quel frattempo per imprese militari, che facessero dimenticare la sconfìtta. Proprio lui, Evìnto del ?2i, doveva condurre l'esercito a cancellare le macchie che pesavano sulla bandiera e sul nome napoletano? M aggiunga; che, tornato in patria dopo ventisette anni di esilio ed onorato dal Re in varie guise, il Pepe fece comunella con gli elementi avanzati più avversi ai Borboni, e che quando, al cadere del marzo, Ferdinando lo chiamò a comporre il nuovo ministero, egli chiese l'immediata consegna dei forti alla guardia nazionale, evidentemente perchè non riponeva fiducia nelle truppe regolari, che li presidiavano.2 Tutto ciò era ben noto, e il ricordo di quest'ultimo fatto doveva suonare particolarmente ingrato all'esercito. Anche ammesso quindi, il che non era* che i Napoletani in genere (e non pochi individui isolati, i quali non avevano seguito nella massa) fossero realmente animati dalle migliori intenzioni, non era certo al seguito del Pepe che potevano disobbedire agli ordini del Governo.
Certo si deve riconoscere che lo Zola, il Lahalle e alcuni altri ufficiali non erano alieni dal seguire il generale supremo, e ciò più per spirito di disciplina che per altro. Lo Zola stesso nel suo rapporto ufficiale, scritto subito dopo il ritorno e quindi in epoca non
VA
1 Per i folti su oui al fondano lo suesposto considerazioni vedasi I'ANOSIMO,
Sarwziavc, ecc.; IA relazione ufficiale dello Zola è molto reticente a questo punto.
? /;W d'Ilwlrn, 70. Si vedono io giuste osservazioni del {CWMMASMO [Disfa' nano estetico, Firenze, 1867, p< 587 o segg.) sulla Inopportuna acolta del Pepe a. comandare le truppe