Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; PEPE GUGLIELMO ; STATELLA GIOVANNI ; GUERRA 1848-1849
anno <1919>   pagina <143>
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Guglielmo Pepe e il ritorno (ielle truppe napoletane, eco. 1M
sospetta, fu costretto pur con molte reticenze, ad ammetterlo *. Ma la gran maggioranza degli ufficiali, quasi tutti i sottufficiali e mol­tissimi soldati avevano altra intenzione e volevano stare ciecamente agli ordini del Re. Né poteva èssere diversamente, trattandosi di truppe attaecutissime alla dinastia.
Ma se il popolo e i capi della città di Bologna indussero il Pepe cpifeloFo. energiche pressioni a disobbecùr.al suo sovrano, quale motivo fece sì che egli risolvesse bruscamente il passaggio del Po, mentre fin'allora non ne aveva mai parlato? Percjhè, in altri termmi, aspettò fino al 24 maggior per dare quell'ordìffiey e non osò Mio* prima a rischio di tirarsi addosso, come se li tirò, gli .amari rimpro­veri di Piersiivestro Leopardi, dai quali cercarono di ditenderlo i suoi amici'Girolamo UUoa ed Enrico Gosenz?3La spiegazione quella mòssa improvvisa va ricercata in questo fatto,
H 23 maggio, cioè alla vigilia dell'ordine famoso, giunsero con? temporaneamente al Pepe due lettere dei ministro della guerra pie-
1 ZOLA, Belaaione, ecc.. Il brano, pieno di arzigogoli e di .sofisticherie, merito, di essere rìpòrtàitoanche come doouimònto dell online bassamente'servile del suo autore; Eccolo : Il fu oolonnello Lahalle ed' io, oui .non era dato fare Interpre- tazioni agii ordini di ehi rappresentava legalmente il superiore In basso {intendi // Pepe),.jtè permesso penetrare con sospetti se n'era o pur no legittima l'auto- l'ita, ci opponevamo di buona fede col oalore che nasce dalla persuasione di sostenere una giusta causa, alila volontà dei nostri dipendenti (Ut non andare - ùniai/xi) : inoltre, l/capi essendo, era rivolto presso noi tutto lo sforzo di quia* gitilo ohe tendevano ad ingannarci sicché cresceva nel nòstro animo la certezza che male apponevonsi i jUuttanti agli ordini del generale Pepe.
Ciò che dava appunto 1' idea più bella del cieco affetto al Sovrano ed alla costituzione giurata era appunto la contegnosa fermezza con la quale gli ufficiali j 'od. i sottufficiali contrastavano alle insinuazioni, comlncerd a confessare, mie e < del colonnello Lahalle, e spero che vogJiansÉ attribuire allo inganno in .ni' ero? vatno caduti del generale Pepe, del generale Ferravi, dei Conunissarii del Go- verno Provvisorio di Lombardia, del cardinal legato di Ferrara, infine di non pochi uffizioli particolarmente d'artiglieria e genio e dello Stato Maggiore, se* greti agenti e fautori di costoro, uffizioli che poscia disertarono per córre in Lombardia il prezzo del di loro tradimento >. Anche il LBÙPABX dichiarò che lo Zola s'era affaticato di tutto cuore a condurre le truppe oltre il Po. Jfarra-Sioni, pp. 215-lfi.
ÈfflOBàRDJ, BartwéibM, p. 175; e in difesa del Pepo l'opuscolo di GIRO­LAMO Hiàitìi, Brfflì Muti- mila- xpeflfcioM dol.-Gfrpo d'esercito napoletano nell'y Urna guerra d'Mdh in risposta olle Mrragioniiwforiche pubblicate da P. S. L., Tor rino 1836, e il breve scritto di ENRICO OÓKBESB In appendice alla Vita di Btfc gli cimo Pepe per JPRANCESCO CABRANO, Torino 1857, pp. 326r81.