Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; PEPE GUGLIELMO ; STATELLA GIOVANNI ; GUERRA 1848-1849
anno <1919>   pagina <144>
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G. Paladino
montese, con la prima delle quali, scritta quando non era ancora nota la completa congiunzione dei corpo del Nugent col Radetzky, gli si diceva dì recarsi nel Veneto, .dove avrebbe avuto l'aiuto dei volontari! pontificii del Ferrari, ma non quello del Durando chiamato ad unirsi eoa l'esercito sardo ; e con l'altra, posteriore alla notizia di quell'infausto avvenimento, lo si invitava a portarsi sul Mincio all'ala destra dell'armata piemontese èssendo ormai inutile ogni distrazione di forze nel Vèneto. ÀcLonJla che il ministro si guardasse bene dal promettere per iscritto al Pepe il comando del famoso terzo corpo di napoletani, pontificii e toscani, che, come il Leopardi aveva riferito per adescare il vanitoso generale, si ventilò di affidargli ap­pena giungesse al canjpà * e sebbene l'offerta dell'aiuto dei volon­tari! pontificii dovesse suonare come un'amara irrisione dopo che essi -.si erano sbandati ; ciononostante il Pepe fu attratto da quelle due lettere ad ordinare il passaggio del Po. Senonchè, nella scelta della direzione, il vecchio generale; uon ascoltò i consigli che gli ve­nivano dal campo di Carlo Alberto, né jp le truppe vèrso il Mincio, bensì verso mi>av ;eftn, ftaninio di accorrere a Venezia, da -dove il Manin, scriveva: lettere infocate di sdegno contro traditori della patria è. di nobile entusiasmo per la causa dell'indipendenza. ? Fu cosi che lo Zola ebbe ordine di passare il Po da Ferrara, mentre fl. capitano Mosto, uno degli ufficiali napoletani inviati a Venezia come istruttori dei volontarii, che si trovava allora a Bologna, si recava dal Manin per procurarsi scarpe, munizioni ed altre cose ne eessarie per le truppe''
, O?ABDI, Narrasionì, pp. 164 e 17.0-71.
* Jj6 lettóre iM ministro Attila guerra, fanzini, entrami) colla dato 21 maggio 1ÌSS* e quella Mi SBffiin del 20 maggio fér trovano riprodotto nei 0tlfalia, p. W e gegg; 0ho il! iPepe dovesse1 preferire di reearshà' Venezia anziché sul Mineki1 era naturate; giacohò sapeva che a Venezia sarebbe stalo solo, mentre al campo di Carlo Alberto non mancavano generali assai più esperti di lui. Del iteste iti-a il Pepe < ili Be di Sardegna esisteva una corrente di mutua diffidenza. Basta leggere ciò che II Garrenti scrisse proprio in quei giorni al Governo ioni* bardò pei- éònsàndéiseae. (F. Éitfì mèii EE, 35) (i?tf*tf fognò inéeo - diceva U Correnti riferendo una conversazione avuta col generale napoletano B di S, M. Sarda, perche aveva rifiutato di rinviargli il reggimento napoletano ohe ò sotto "Mantova [tratta v<m dei ÌÒ? 0 (fnea)] si lagnò che So vnol sempre tenere il ; mèglio .ter fgggg lasiò' -scapparsE un po' eonEuswmenii saper egli cTièllBe l'aveva in contò di repub'bBeuttorA.
* Alessandro Poorio a "Niccolò Tommaseo, Bologna, 25 maggio 18.43 ù A-F-a Venezia-Lettere 4 dotmmmit dai 284 inusitati da Yvmomo JIÌBRIAXI, P011 1884* V, M