Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; PEPE GUGLIELMO ; STATELLA GIOVANNI ; GUERRA 1848-1849
anno <1919>   pagina <147>
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Guglielmo Pepe e il ritorno dette truppe napoletane, ecc. M7
Rimaneva l'altro partito e il generale fece le viste di appigKarvisi Scrisse infatti al Re, raccontando tutto ciò che era accaduto dall'ar­rivo del generale Scala fino a quel momento, annunziando -che avrebbe passato il Po con la 2* divisione di fanteria, con la cavalleria e Par* tigUeria, e pregandolo che revocasse la deliberazione di richiamar le truppe. Spedì la lettera a Napoli, e, illudendosi di ottenere una risposta, attese, lasciando passare parecchi altri giorni.1
In conclusione delle due cose che avrebbe potuto fare non né fece nessuna; e perchè? Per paura: paura di dispiacere al Re, paura che le truppe ammutinate lo uccidessero. Paura di tutto e di tutti. Ecco la nota dominante nel carattere dei Pepe'. È dunque ora di* finirla con certe glorificazioni che, alla luce dei fatti, si rivelano assolutamente immeritate. Intorno a molti uomini del nostro risorgimento la tradi­zione ha avvolto un'aureola di gloria, che ha impedito fino ad oggi di scernere quel che v'è sotto. Uno di essi è il Pepe, quale non passò il Po, perchè volle disobbedire a Ferdinando II, no ; ma perchè altri lo consigliò, e lo seppe condurre in modo da fargli fere ciò che volle, dandogli abilmente ad. intendere che quello che gli proponeva fosse il suo stesso volere. Lo disse un uomo non sospetto, Antonio Zanolini, quando, proprio in quei giorni, nello scrivere all'amico Minghetti, giudicò il generale napoletano a questo modo: Pepe, ottimo ed onestissimo uomo, come generale in capo non è meglio di quel che fu, ed è per giunta invecchiato assai. Credo quindi di assoluta necessità che il Re Carlo Alberto gli dia per compagno un buon mili- tare sotto nome di commissario. Se questi avrà buone maniere e saprà consigliare Pepe per modo di dargli ad intendere che quello che gli proporrà è il suo stesso volere, lo condurrà facilmente, e sopratutto farà ch'ei si tolga dalle continue dubbiezze. Pepe insomma ha bisogno di chi lo guidi. Pepe farà sempre assai, prestando il suo nome .*
1 Biprodueo In appendice la lettera al Be, rimasta finora sconosciuta, e con­servata fra le Carte Buggiero (Documenti storici, ecc.). Essa non ha data j ma è facile stabilirla, accennandovisi alla ribellione avvenuta in Ferrara il 25 maggio. II PEPB nei Qtost fiMapùh pp. 103-104, dice che, dopo aver ripreso il comando,, inviò a Napoli il generale Scala accompagnato dal maggioro Carlo Cirilto con due lettere, una por il Be e l'altra por il ministro della guerra. Quest'ultima,è certa­mente quella di cui abbiamo già parlato. L'altra non può essere quella da noi rinvenuta, perchè il Pepe ne riferisce un periodo, che nella nostra non si trova. Comunque sia, lo Scala e il Cirillo non lasciarono Bologna prima del 27 (CORRENTI, Stortiti scéfth t* 35 e 49). Io penso che la lettera al Re fu una sola, e che il Pepe confuse le. cose, perchè non volle far sapere che l'aveva scritta.
* Miei ricorii, H, 339.