Rassegna storica del Risorgimento
ROMA ; CAPELLO LUIGI ; MUSEI
anno
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1963
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pagina
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551
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I fondi archivistici del Museo centrale del Risorgimento 551
Le copie di questi documenti sono quasi tutte autenticate, ma esistono anche alcuni originali, assieme ai riassunti delle conferenze tenute ai soldati dal Capello dall'8 aprile 1917 al 18 gennaio 1918, alle sue circolari e ordini del giorno (17 marzo 191714 gennaio 1918), alla relazione sulla ritirata della 2a Armata dall'Isonzo al Piave del gen. Montuori, al Sommario ciclostilato delle notizie militari del Comando Supremo dal 1 al 13 ottobre 1917, alla relazione ed ai verbali di interrogatorio della commissione di inchiesta contro il Capello (1918). Vi è, infine, la Relazione riservata a stampa sulla battaglia del Montello.
Se questi sono i documenti ufficiali, molte sono anche le lettere private di colleghi, di subordinati e di amici, sempre del periodo bellico e, soprattutto, dei momenti nei quali la stella del Capello non brillava. Fra questi citiamo Ario Ajraghi, Alberico Albricci, Francesco Aria, Eugenio Aveta, Federico Baistrocchi, Gustavo Balsamo Crivelli, Salvatore Barzilai, Giuseppe Boriani, Pompeo di Campello, Alessandro Casati, Eugenio Chiesa, Giuseppe Della Noce, Silvio Egidi, Tommaso Gallarati Scotti, Guido Guidotti, Luigi Elica, Francesco Tommaso Marinetti, Luca Montuori, Pier Luigi Sagramoso, il duca d*Aosta, Ardengo Soffici.
Altri corrispondenti meritano un più lungo discorso. Luigi Capello, dopo la presa di Gorizia, che aveva fatto prendere la penna in mano anche al venerando gen. Fiorenzo Bava Beccaria, che si dichiarava orgoglioso d'essere suo concittadino , viene trasferito ad altro comando e si sente, per questo, trattato ingiustamente. I passi politici attraverso il gen. Morozzo e Eugenio Chiesa gli vengono riferiti il 2 settembre 1916 da Dino Alfieri. Non bastano a tranquillizzare il Capello le parole di Pietro Badoglio del 22 settembre *) (la lettera è in facsimile, come quelle già citate del duca d'Aosta), né il colloquio tra Cadorna e il Re, che gli riferisce il 23 dello stesso mese Giovanni Knapp, su notizie avute da Bartolo Negrisoli, che, a sua volta, riferiva la testimonianza di un ufficiale lei Comando Supremo: Essendo Sua Maestà contrario al trasferimento di V. E., S. E. Cadorna avrebbe decisamente imposto la sua volontà dicendo: * 0 via lui, o via io ', al che Sua Maestà tacque .
Le amarezze dovrebbero essere dimenticate; Capello, al comando della 2a Armata, vince alla Bainsizza e ottiene la croce di Ufficiale dell'Ordine Militale di Savoia; ma si sparge la voce che la Massoneria favorisca la sua carriera. Capello è, evidentemente, all'oscuro di eventuali manovre del genere, perchè ne chiede conto a Gino Bandini. La smentita recisa a tali insinuazioni si desume dalle lettere scambiate tra il Bandini e Gustavo Canti, nelle quali sono citati altri nomi di personalità del mondo politico di allora, che non dovevano essere estranee al Grande Oriente.
Udine, 17 settembre 1917.
Carissimo Canti, ho urgente ed assoluto bisogno di sapere in modo esattissimo, inconfutabile, in maniera da farmene intieramente garante presso chi me ne ha richiesto, se risponde a verità il fatto che dal Grande Oriente o da altra Superiore autorità massonica sia stata inviata una circolare od una lettera o una qualsiasi istruzione a tutti i giornalisti massoni o ad alcuni di essi, contenente la raccomandazione o l'invito di profittare dei recenti avvenimenti militari per mettere in
*) Vedi la lettera in LAURA CAPELLO, N. 3264 (generale Capello), Milano, Garzanti, 1946, pp. 200-201. In questo volume si rievoca la prigionia, ma, nella prefazione, Giannetto Bonglovanni -traccia un profilo completo del personaggio.