Rassegna storica del Risorgimento
ROMA ; CAPELLO LUIGI ; MUSEI
anno
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1963
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554
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554
Emilia Morelli
Caro Badoglio, 13 agosto 1916.
Prima di tutto, infiniti rallegramenti a te. Hai dato un bello esempio a tanti nostri sfessati colleghi aquilotti, di che, certamente, te ne saranno cordialmente ingTatì.
Ora una preghiera: non sarebbe ancora il momento di parlare di noi, ben altro essendo in gioco. Ma poiché, pur troppo, non tutti la penseranno così, è pur duopo parlarne.
Io sono fiero, orgoglioso, della mia bella Brigata, che si è coperta di gloria. Ha conquistato quota 188, Dosso del Bosniaco; ha passato l'Isonzo fra le primis' sime, e con mezzi di passaggio propri improvvisati; ha occupato per la prima il Cimitero di Gorizia a 50 passi dal reticolato nemico e a 50 passi li tiene ad oltranza; è sempre stata in 1" linea e non ostante sia stata ridotta a meno della metà, abbia avuto 2 ufficiali superiori (tenenti colonnelli) uccisi, 2 feriti, molti altri ufficiali morti e feriti, in la linea rimarrà fin che avrà fiato.
Ora io penserà a proporre per i miei valorosi le ben meritate ricompense; e lo farò con cuore riconoscente.
Per me, caro Badoglio, nulla spero, nulla pretendo. Solo vorrei una cosa: per quel poco che ho fatto, non mi si infliggesse ravvilimento di vedermi saltato. Ne sanguinerei di dolore, e non me lo merito. Ho data tutta t'anima, dillo a S. E., tutta la mìa energia da 2 mesi e mezzo per rifare una brigata scossa. L'ho rifatta, l'ho portata al fuoco, alla vittoria. Non merito che mi passi avanti nessuno. Neppure te che pure apprezzo ed ammiro come uno dei più brillanti e simpatici ufficiali di St. Magg. e che ti aspetta certo un brillante avvenire.
Scusami la {forse troppa) sincerità. Mi affido alla tua lealtà e alla tua antica amicizia. Parlane a S. E, che mi vuol bene. Io sono già quasi 3 mesi che copro ufficialmente il posto di generale. Piuttosto che lasciarmi sopravanzare da colon' netti, se Egli crede che io abbia ben meritato, sa che cosa può fare. Il gen. Gatti ed ora il gen. Farisoglio possono parlargli di me.
Addio, caro Badoglio, ti ho parlato come a un fratello, perchè non vorrei avvilirmi agli occhi miei stessi, mentre sento che ancora qualche cosa di buono posso rendere.
Fammi sapere qualche casa* Ti abbraccio Tuo Grazioli
Qui siamo sempre sotto un fuoco infernale. Da questa situazione non si esce che andando avanti, ma senza lesinare mezzi, così come avete fatto il 6 agosto.
Di nuovo rallegramentoni a te e prima di tutto a S. E. il conquistatore di Gorizia. Assai spiacevole quella preferenza di fama fatta alla Brigata Casale. Perchè? E le altre? Bisogna badare al morale di tutti.
Per ultima citiamo questa lettera, che, pur con la firma francese, difende le infermiere italiane.
Caro Generale Capello, S. Giorgio di Nogaro, 29 maggio 1917.
La ringrazio per l'esposto in data 27 maggio, rimessomi dalla marchesa A. Torrigiani riguardo al servizio prestato dalla IV sezione radiologica inglese, ma sono addolorata nel pensare che mentre alle nostre infermiere era stato rifiutato la consolazione di curare i propri fratelli a Gorizia, questo posto d'onore che esse bramavano ò stato concesso a delle mani forestiere.