Rassegna storica del Risorgimento

ROMA ; CAPELLO LUIGI ; MUSEI
anno <1963>   pagina <557>
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Libri e periodici 557
testimonia di una elevata ispirazione ohe trascende le frontiere e vuol essere solo franca­mente sollecita di ogni apporto di lavoro che possa riuscire utile.
Un saggio di Luigi BullVretti conclude degnamente la singolare raccolta portando il lettore su un piano di superiore speculazione filosofica. Il Bulfcretti si chiede se 3 Cat­taneo può essere considerato filosofo. La risposta è affermativa, in contrasto con ciò che ne ha detto Norberto Bobbio, secondo il quale il Cattaneo avrebbe scritto occasionalmente saggi su filosofi o di materia filosofica, pur avendo una sua filosofia, e che pertanto non coltivò la filosofia . La puntuale e convincente risposta del Bulfcretti si sostanzia della speranza chei dubbi di carattere quali fica torio che derivano da concezioni della filosofia che si vorrebbero superate non abbiano sviluppo nel futuro, poiché runico tipo ammis­sibile oggi, nell'età dello storicismo e della grande rivoluzione industriale e tecnica è ne­cessariamente quello dello storico-filosofo-sr.icuziato .
Anche questo saggio del Bulfcretti si inserisce nella azione chiarificatrice che egli va conducendo oggi in Italia nel campo dei rapporti tra storia e tecnica e tra filo­sofia e scienza, nel convincimento che la scienza è forza, e che la ragione va creandosi e perfezionandosi, donde ne viene la necessità di un diverso e più alto apprezzamento della storia della tecnica. In questo campo, il Cattaneo ebbe indubbie intuizioni che trovano riscontro non solo nei suoi scritti ma anche nella sua azione; e il Bulfcretti riesce a darci di tale pensiero, destinato ad essere sempre più utile e fecondo nel tempo, una efficace esposizione. GAETANO FALZONE
CESARE BALBO, Della stona d'Italia dalle origini fino ai nostri tempi Sommario, a cura di GIUSEPPE TALAMO (L'Età del Risorgimento, 4); Milano, Giuffrè, 1962, in 8, pp. XLII-596. L. 3.200.
Questo grosso e nitido volume, che fa parte di una raccolta critica di studi e testi promossa dalle scuole di storia del Risorgimento delle Università di Roma e di Palermo, riproduce testualmente, a cura di Giuseppe Talamo, l'edizione Le Mounier del 1856 del Sommario storico balbìano senza alcun mutamento, tranne che per l'uso delle minuscole e con le correzioni e varianti a pie di pagina che si riferiscono alle precedenti edizioni, e cioè alla Bonamici di Losanna, del 1846, la prima compiuta, copiosamente corretta e am­pliata (era in 12, di pp. X402) e alla Poniba, dell'anno di poi; a cui seguirono sino al '56 ben altre nove edizioni (come apprendiamo dall'eccellente bibliografia del Vismara del 1882, ormai dai più dimenticata), modellate tutte sulla Bonamici (se non quattro, tre di esse indubbiamente uscirono, a Bastia una, e le altre a Napoli, all'insaputa dell'autore). E cinque ancora se ne pubblicarono (di cui due a frammenti) sino a quella egregia di Fausto Niccolini del 1913-14, inserita negli Scrittori d'Italia del Laterza. E il libro fu tradotto pure all'estero: a Pest, a Vienna, a Lipsia e nel 1860 in Francia da Jules Amigues per la parigina Collection de la librerie Nonvclle , edita dal Bourdilliat. Il che ne dimostra la grande popolarità. Diviso, come ognun sa, in sette epoche (dal 2600 circa avanti Cristo sino al 1814) con l'aggiunta nella prima edizione fiorentina di un'appendice dal '14 al '48, fu buttato giù rapidamente, anzi ad esser più precisi, quasi furiosamente in 43 giorni. Risente, naturalmente qua e là, della fretta, ma non è punto, sei complesso, monotono, come sentenziò il Croce né è scritto in veste ruvida e scola­stica , come giudicò ai suoi tempi il De Sanctis. Lo stile (siam d'accordo) non è fiorito ; però il racconto, denso di fatti e di notizie, procede con efficace concretezza, senza fronzoli vani, e con vigoroso rigor logico e con potenza incisiva di sintesi e, soprattutto, improntato com'è ad una salda fermezza di convincimenti o di propositi ed animato soventi da accenti vibranti di sincero amor patrio, ancor oggi può recar diletto e interesse al lettore avveduto e suscitargli, talvolta, qualche, sia pur lieve, commozione. Per altro, sia ben inteso, non è un libro di storia nel senso moderno della parola, poiché immune da ogni andamento scienti­fico; e se anche talvolta (e vedremo più avanti) ha intuizioni felici e visioni in parte nuove che saranno adeguatamente sviluppate dagli storie! futuri, nullameno non esce fondamen-