Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; PEPE GUGLIELMO ; STATELLA GIOVANNI ; GUERRA 1848-1849
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G. Paladino
cacemente a voler porre in sicuro siffatti bauli. Egli me lo promise dicendo che li avrebbe cautamente rimessi in casa mia, ed io li spedirò in Napoli allorché lo crederò opportuno .
Da Firenze per Grosseto lo Stateila si recò a Civitavecchia, dove arrivò il 29 maggio (Rapportodel console napoletano Verdinois al Cariati; Archivio di Stato in Napoli, Affari esteri, Soma, 1528). Entrò da porta Corneto - cosi il Verdinois in un successivo rapporto del 31 maggio (Ivi)'- e traversò tutta la città per andare all'Albergo d'Orlandi posto presso la porta Romana. Era in quel momento per istrada il comico Zannoni, che lo aveva conosciuto in Napoli, e questi, assicuratosi del suo arrivo, lo propagò tra molti dei più esattati, i quali cominciarono ad affollarsi intorno alla locanda. Essendo stato prevenuto del pericolo, S. E. uscì, e, vedendone gli aditi chiusi, si salvò presso il Consolato di Francia stabilito nel locale medesimo ad un piano sotto al mio. Il vice-console francese lo accolse, e sentendo dopo pochi momenti la folla che saliva a reclamarlo nella supposizione che fosse in mia casa, e con lo scopo anche di dare in eccessi presso la Reale insegna, si mostrò ad essa dichiarando il generale essere nella sua custodia: persuase cosi il popolo, promettendo che il generale sarebbe andato in Castello. Eseguito ciò, venne da me raccomandandomi a non mostrarmi per suscitare il chiasso, ed intanto fece da S. E. istesso richiedere al Delegato il permesso di andare per sicurezza della sua persona a rinchiudersi nel forte. Ottenuto il permesso, e deputati ad accompagnarlo il maggiore della Guardia Nazionale ed il Comandante della Piazza, uscì il povero generale in mezzo alle grida ed agli insulti del popolo ed andò a rinchiudersi nel forte. Io non potetti far nulla per lui, mentre non solo non avrei potuto giovarlo, ma anche di maggiori rischi per entrambi sarebbe stata la mia cooperatone, e solo a stenti verso notte avanzata ottenni potergli tar pervenire un letto di cui avea bisogno.
Ieri poi, avendomi S. E. fatto conoscere il desiderio che aveva di partire quest*oggi sul piroscafo di bandiera francese la Ville de Mar-seille, io scrissi immediatamente a Mr. Deley la lettera di cui mi do l'onore di accluder copia a V. E. Scorsero molte ore, e, non avendone risposta, mandai a sollecitarne Monsignore, il quale mi fece conoscere verbalmente per il mio mezzo istesso, che io poteva andare a visitare S. E. nel forte, e che egli era in libertà di partire, se gli piaceva, quest'oggi; pur non di meno lo consigliava a trattenersi per partire indi con maggiore sicurezza sul battello postale da guerra francese, che passa il da qui.
intanto la cassetta ed il sacco da notte del generale essendo rimasti in locanda e non volendo il popolo farli uscire, se prima non