Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; PEPE GUGLIELMO ; STATELLA GIOVANNI ; GUERRA 1848-1849
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G. Paladino
, Lettera di Guglielmo Pepe al re. Bologna, 26 (?) maggio 1848.
[Società di storia patria in Napoli, Carie Ruggiero, Documenti starici, 1848-1849}.
Sacra Beai Maestà,
Sire. nelTaccettare il comando delle truppe destinate a recarsi in Lombardia io dal fondo del mìo cuore ebbi in mira l'italiana indipendenza, l'onore del nome napolitano e l'interesse del Trono.
A malgrado le tante contrarietà che mi si affacciarono, io avevi rannodate le due divisioni di fanti e l'altra di cavalli, nonché le armi accessorie in modo tale da conseguire il mio intento.
Allorché mi giunse l'ordine fatale del Ministero di ripassare il Tronto in luogo dei Po, io, per non far cosa di me indegna, cedei il comando dell'intero corpo ai Tenente generale Statella.
Poche ore dopo che io avevo preso questa misura tanto per1' Wi dolorosa, l'attitudine di tutte queste popolazioni fu tale che, ove non avessi ripreso il comando delle truppe, esse sarebbero state assalite, e V. -M, non avrebbe ottenuto il soccorso che chiedeva il Ministero, ed invece di spargersi il sangue straniero, sparso si sarebbe V italiano sangue, e noi saremmo divenuti l'esecrazione del mondo.
Allorché otto battaglioni, che compongono la la divisione, riceverono l'ordine di valicare il Po, ricusarono di eseguirlo. Io avrei potuto forzarli a passare il gran fiume, ma non senza spargere sangue e de' nostri e di queste popolazioni. Quindi ò preso l'espediente di passare il Po con la 2a divisione di fanti, l'altra di cavalli e le bocche da fuoco. Sperò che le novelle, che riceveranno gli ammutinati de* nostri incontri col nemico, li faranno arrossire e rientreranno nel loro dovere. D'altronde essi non potrebbero giammai ritirarsi nel Regno, senza combattere tante popolazioni dalle quali sarebbero distrutti. Il vòstro Ministero ha mille mezzi, d'assicurarsi che ninna delle cose da me esposte sia esagerata. '
Sire, sarà questa per avventura l'ultima volta che la mia situazione di cittadino e di soldato mi permette di esporre a V. M. i miei franchi pensamenti. La M. V. è forse ancora in istato di far tacere i giornali italiani sul suo Ministero e sulla sua Reale Persona. In primo luogo, inviando da me un ufficiale superiore col suo decreto, il quale rivocar dovrebbe la chiamata di queste truppe, e secondariamente lasciando la flottiglia nell' Adriatico contro la Marineria Austriaca, e facendo sbarcare in Venezia due battaglioni della sua Guardia.