Rassegna storica del Risorgimento

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anno <1964>   pagina <3>
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CINQUANTANNI
Anche per un periodico cominciano ad essere tanti. Non siamo ancora al beau vieillard de cinquante-cinq ans , che appare, a un certo punto, in uno dei molti salotti frequentati da Son Excellence Eugène Rougon, ma ci siamo vicini. Se il delicato poeta dei Colloqui poteva gemere e venti-cinqu'anni ! Sono vecchio, sono vecchio ! Passò la giovinezza prima, il dono mi lasciò dell'abbandono!, che dovremmo dire noi che quel capo del quarto di secolo l'abbiamo doppiato due volte? Ma non è il caso di tormentarsi troppo, anche per un riguardo a quei confratelli illustri, che hanno di gran lunga e con operosa dignità superato il centennio o ci si stanno avvicinando, come l'Archivio Storico Italiano e la Rivista Storica Italiana.
Se mai, guardiamoci indietro e facciamo, umilmente, un po' di esame di coscienza. Siamo venuti al mondo alla vigilia immediata della prima guerra mondiale, quando Alessandro Luzio ricostruiva con eruditissima filologia la figura di Felice Orsini e Michele Rosi anticipava nella sua Storia contemporanea d'Italia interpretazioni che oggi sono patrimonio comune. Organo della Società Nazionale per la Storia del Risorgimento abbiamo onestamente cercato di camminare con i tempi, aprendo le no­stre pagine alla collaborazione più varia, in modo che tutte le forze vive della storiografia risorgimentale potessero far sentire la propria voce. L1'Indice sommario alfabeticoanalìtico, 18951926, e Vìndice generale delle prime venticinque annate, danno chiara idea del lavoro compiuto dai va­lentuomini, che, guidando le riviste che ci hanno preceduto e indirizzando i nostri passi, hanno cercato di offrire agli storici italiani uno strumento valido di ricerca e un libero campo di discussione. Perchè anche in tempi non facili, come ebbe a riconoscere uno studioso severo quale Giovanni Peiretti, siamo stati immuni dalle degenerazioni cui avrebbero potuto portarci ideologie ed arbitri.1) E qualunque sia stata la loro fede politica, l'animo di coloro che ci hanno diretti, da Giuseppe Gallavresi a Vittorio Fiorini e a Italo Raulich, da Eugenio Casanova al triumvirato del 1932, Luigi Rava, Francesco Salata, Gioacchino Volpe, da Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon a Gaetano De Sanctis, fu sempre quello di chi sentiva
1 ) L'Istituto per la storia del Risorgimento e il suo congresso, in Nuova Antologia, a. 89 (1950), faj. 1789, pp. 102-104.