Rassegna storica del Risorgimento

DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
anno <1964>   pagina <27>
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RASSEGNE, DISCUSSIONI E VARIETÀ!
I DEMOCRATICI E L'INIZIATIVA MERIDIONALE NELLA STORIOGRAFIA MARXISTA DEL SECONDO wM DOPOGUERRA
II problema della presenza e della funzione dei democratici nella rivolu­zione italiana è stato uno degli argomenti preferiti dalla storiografia di sinistra, nel secondo dopoguerra. Come è noto esso ha le sue premesse immediate in al­cune intuizioni di Antonio Gramsci, il cui nucleo centrale, contenuto nel X Qua­derno degli Scritti dal Carcere apparve insieme ad altre considerazioni dell'autore sulla storia contemporanea italiana, nel volume H Risorgimento, pubblicato nel 1949. In queste note, Fautore abbozzava un profilo della funzione politica assunta rispettivamente dai moderati e dal Partito d'Azione e nella formazione e nello sviluppo della nazione e dello Stato moderno in Italia .l) Si trattava di una ipotesi di lavoro, formulata per di più. nell'ambiente meno adatto alla riflessione ed allo studio, quale poteva essere il penitenziario di Turi, che l'au­tore probabilmente si riservava di argomentare più adeguatamente, allorché si fosse trovato in condizioni più idonee alla ricerca ed allo studio.
La linea gramsciana di indagine, seguita negli Scritti dal Carcere, sboccava, in polemica con la storiografìa conservatrice e crociana, in una valutazione negativa della rivoluzione italiana, definita con termine mutuato dal Cuoco, rivoluzione passiva: passività da attribuire, sia all'egemonizzazione della rivoluzione compiuta dai moderati (che condividevano molti aspetti di quella restaurazione che, per altri versi, combattevano), sia alla carenza politica dei democratici, inadeguati a contendere ai primi la guida e la caratterizzazione del movimento risorgimentale.
Nelle pagine che abbiamo citato, Gramsci si chiedeva appunto il motivo dell'in sufficienza del movimento democratico italiano, soprattutto in quegli anni 1848-49 da lui molto appropriatamente definiti il nodo storico della rivolu­zione italiana. Su questa crisi democratica il Gramsci formulava una prospet­tiva di ricerca assai stimolante. Egli prendeva atto della maggiore omogeneità del gruppo moderato, già dirigente ancora prima della presa del potere, e condi­zionatore della politica del Partito d'Azione che era, invece, privo di una con­creta base di classe. Constatava, altresì, l'incapacità dei democratici italiani di contrapporre al formale empirismo, ma alla sostanziale chiarezza di fine dei moderati, un programma che riflettesse le rivendicazioni essenziali dei contadini, i cui presupposti, naturalmente in termini diversi ed adeguati ad una situazione storica diversa, egli ricercava nella storia comunale ita­liana, allorquando la città approfondi i conflitti interni della campagna sfruttandoli quale strumento politicomilitare per abbattere il feudalesimo e, nella successiva teoria del Machiavelli che postulava la necessità di subordi-
0 V. ANTONIO GUAM SCI, Jt Rieorgimmto, Torino, 1949, pp. 69-110.