Rassegna storica del Risorgimento
DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
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1964
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aSL Massimo Ganci
È noto che, dal ponto di vista marxista, non vi è uno stacco netto tra questi termini: dalla critica al concetto tradizionale di cultura ancorato alla trascendenza, operato dal materialismo dialettico, deriva una concezione immanente della cidtura, vista nel succedersi di culture specifiche, quali sovrastrutture di determinate società strutturalmente diverse (primitiva, feudale, borghese ecc.) e legate da un rapporto dialettico, unitariamente concepibile solo in una prospettiva storicistica. *) In questo senso la cultura è anche politica: per cui l'intellettuale è sempre impegnato in quanto tale, nella lotta per il superamento di una realtà sociale antitetica. La XI glossa di Marx a Feuerbach è sempre valida per tutti gli intellettuali marxisti, rivoluzionari o riformisti che siano. *) Naturalmente vi sono varie interpretazioni di questa teoria. E come vi è l'interpretazione meccanicistica e grossolana del rapporto tra struttura e sovrastruttura della società, così vi è l'interpretazione dogmatica del rapporto politica-cultura, quale sub ordinazione, cioè, della cultura a schemi politici, anzi partitici , frutto dell'accettazione acritica di verità imposte da personalità dirigenti, dall'ossequio all'interpretazione socialista, dall'interpretazione letterale dei testi del materialismo storico e dialettico.
implicazioni storiografiche (cfr. Taccuino, cit., pp. 105106). Era una critica da sinistra, alla impostazione storiografica gramsciana, la quale ultima era condizionata ad una politica nazionalepopolare. Questa critica veniva da alcuni settori più decisamente classisti del partito socialista italiano, che, subito dopo la guerra, si erano raggruppati intorno al periodico Quarto Stata, diretto da Lelio Basso. Essa proponeva una storiografia di sinistra che facesse perno sullo stadio della formazione delle strutture politiche del movimento operaio, espressione di una realtà sociale ed economica, qualitativamente superiore a quella borghese. Da qui innanzi si può procedere nel confronto fra il piano storiografico e il piano politico generale. Mentre per i comunisti la politica di unità nazionale era la politica rivoluzionaria della classe operaia in quel momento (di qui l'interesse alla sinistra democratica del Bjsorgìmento: una politica giusta con uno strumento sbagliato), per i socialisti (di Quarto Stato) la politica nazionale era il contrario della politica rivoluzionaria e la tradizione socialista era un passo avanti rispetto alla politica democratica risorgimentale (cfr. Taccuino, cit., p. 96). Con l'assunzione della direzione di Movimento Operaio da parte di Armando Saitta e Eranco Della Peruta (entrambi convinti assertori della posizione storiografica gramsciana e della lìnea nazionalepopolare) l'indirizzo culturale della rivista mutò. Rimase l'impostazione filologica, scevra, però, dalle implicarne politiche suesposte; e successivamente, muovendo, appunto, da presupposti gramsciani, Il dibattito, proseguito per alcuni numeri, ebbe termine con la soppressione della rivista. *) ... Il sistema marxista in netto contrasto con la moderna filosofia borghese non si distacca mai dal processo unitario della storia. Per Marx ed Engels non vi è che una sol scienza unitaria, la scienza della storia, che concepisce l'evoluzione della natura, della società, del pensiero, ecc., come un processo storico unitario, di cui sì propone di scoprire le leggi sia generati che particolari (cioè concernenti singoli periodi). Ciò non Implica però a nessun patto - e sempre in netto contrasto col pensiero borghese moderno un relativismo storico. L'essenza del metodo dialettico consiste appunto nel fatto che in essa l'assoluto e il relativo formano un'unità inscindibile: la verità assoluta presenta elementi relativi legati al luogo, al tempo e alle circostanze; e inversamente la verità relativo, in quanto sin verità vera, cioè rispecchi la realtà con fedele approssimazione, ha una validità assoluta (cfr. GyoRGY LUKÀCS, Il niarxismo e lo critica letteraria, Torino, 1953, p. 24).
*) I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi, si tratta però di mutarlo .