Rassegna storica del Risorgimento

DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
anno <1964>   pagina <35>
immagine non disponibile

1 democratici e Viniziativa meridionale 35
Proprio sulla necessità di superare queste interpretazioni, si è imperniato dal 1955 in poi, il dibattito ideologico di cui si è detto. Esso era stato pre­ceduto da aperture culturali di notevole interesse che in un certo senso ne erano state il presupposto. Cosi gli studi di Luckàcs e dello stesso Gramsci, da prospet­tive diverse, avevano delineato il modo più maturo di intendere il rapporto tra struttura e sovrastruttura , chiarendo l'influsso, a volta determinante, della seconda sulla prima. A dare una spinta decisiva a tale dibattito hanno, però, contribuito in maniera notevole, eventi politici clamorosi come il XX Con­gresso del F.C.U.S. che hanno reso altamente emotiva l'atmosfera del dibattito stesso. Pur nella contraddittorietà del suo sviluppo caratterizzato da alterne vicende, esso si è, comunque, concretizzato in una interpretazione più aperta del rapporto politica-cultura e nella maggior considerazione del secondo ter­mine. Si nota la tendenza sempre più accentuata, almeno tra i marxisti occi­dentali, a considerare il fattore culturale non semplice teorizzazione della linea politica, ma fonte di arricchimento della concezione politica. E si nota altresì una maggiore disposizione dei sostenitori della ideologia marxista al confronto con altre voci anche contrastanti, che provengono sia dall'interno del movi­mento operaio, sia dal campo avverso.
Tutto ciò si è naturalmente ripercosso nella storiografia marxista italiana; la quale, sia pure con le cautele imposte dal particolare momento storico, questo nuovo corso aveva già iniziato, con lo stesso Gramsci, durante il fascismo e Io aveva proseguito durante la guerra fredda: ') valga per tutte la citazione del Discorso su Gioititi di Palmiro Togliatti.2* Si tratta di un processo che, a nostro modo di vedere, non può spiegarsi solo in chiave tatticistica come fa il Garosci,3? per il quale questa svolta culturale sarebbe stata strumentale rispetto alla svolta politica del Fronte popolare. Per quello che riguarda la cultura mar­xista italiana, siamo convinti che c'è anche dell'altro e, soprattutto, come ab­biamo detto prima, l'influsso massiccio dello storicismo crociano su Gramsci e sul gruppo gramsciano, mediato anche da Gobetti. Comunque quello che conta, in questo caso, è il fatto più ohe l'intenzione; quello che a noi interessa è la constatazione che dopo il 1955, certamente in connessione dei grandi eventi internazionali, la storiografia marxista ha compiuto un notevole balzo qualitativo il cui aspetto più saliente è l'accrescersi della sua autonomia critica. Anche nei confronti di Gramsci, le cui tesi, prima accettate di peso, vengono ora discusse.
Nel quadro di questa generale fermentazione critica vanno collocate alcune opere di storici marxisti, apparse in quest'ultimo decennio: la Storia del movi' mento socialista- di Aldo Romano, *) il volume di Franco Della Peruta su I demo­cratici e la rivoluzione italiana s> e quello di Giuseppe Berti su I democratici e V iniziativa meridionale nel Risorgimento.6)
') È in pieno cono la discussione sui limili della interpretazione liberale del rapporto politica-cultura, compiuta da Gramsci; affinchè ossa possa uscire dal campo dell'opinabile sa­rebbe necessario si affrettassero ì tempi della nuova edizione completa delle opere di Gramsci.
30 Conferenza tenuta a l'orino il 30 aprile 1950 e pubblicata nello stesso anno. Ora in PALMIRO TOGLIATTI, Momenti di Storia italiana, Roma, 1963, pp. 79 sgg.
8) Recensione al volume di Berti, in Hi vista Storica italiana, a. LXXV, fase. IH.
*) Milano, 1954, 1956.
S) Milano, 1958.
> Milano, 1963.