Rassegna storica del Risorgimento
DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
anno
<
1964
>
pagina
<
40
>
40
S. Massimo Ganci
realizzare con il loro appoggio una rivoluziono integrale....*') Se non si può dunque, mettere in dubbio l'influsso indiretto del socialismo francese sul Pisa-cane, mediato dal Ferrari, del pari certo appare, secondo le conclusioni del Della Peruta, anclie l'influsso diretto sulla Guerra Combattuta, del pensiero di Proudhon. Da tutto il contesto della Guerra Combattuta trapela, infatti, la tendenza anarchi-cheggiante, più palese successivamente nei Saggia specie per quanto riguarda il problema dello Stato che per Pisacane come per Proudhon, dovrà tendere a scomparire in quanto entità giurìdico-politìca e trasformarsi in semplice struttura organizzativa.
Da Ferrari a Montanelli. Anche per questo il riscatto italiano dipende contemporaneamente dal condizionamento della rivoluzione italiana a quella europea, e dall'attuazione del socialismo: e aia per il primo che per il secondo aspetto il modello è la Francia, lo strumento la creazione in Italia di un Forte partito socialista, capace di superare la rivoluzione politica in una rivoluzione politico-sociale. L'introduzione ad alcuni appunti storici sulla rivoluzione d'Italia del Montanelli, a somiglianza della Federazione repubblicana e della Guerra Combattuta presenta, inoltre, notevoli spunti proudhoniani, quali la sostituzione del regime associativo spontaneo a quello dell'imposizione e dell'arbitrio, dal regime contrattuale al regime di governo. Abbiamo, dunque, una presenza notevole di Proudhon nelle correnti della estrema sinistra democratica italiana. Ma c'è di più: l'influsso del Proudhon non si estrinseca solo negli spunti del Ferrari, del Pisacane, del Montanelli, ma nel costituirsi in Italia di una corrente dichiaratamente proudhoniana. E merito del Della Peruta averla individuata nella sua organicità e nelle sue caratteristiche. Sono i Rusconi, i Maestri, i De Cristoforis, i Guastalla, sono i redattori del periodico genovese Liberta e Associazione, l'ordito della trama del proudhonismo risorgimentale, dal '48 al '53, preceduti in questo interesse per il pensatore di Be-sanconsolo dal bizzarro conte Corvaja del quale il Cantimori dette per primo notizia.*) Tutti costoro, nel periodo successivo alla rivoluzione del 1848, si rifanno al Proudhon che sotto la spinta degli avvenimenti rivoluzionari francesi, aveva elaborato la parte positiva del suo sistema, cioè l'insieme di quelle idee, imperniate sulla riorganizzazione del credito che avrebbero dovuto portare alla riforma dell'economia della società e alla sua rigenerazione conforme a giustizia. *) E il Proudhon pubblicista della fase successiva alla Seconda Repubblica la cui attività culmina nella Idée Generale de la Revolution au XIX siede: è il Proudhon riformista, che esclude l'azione rivoluzionaria come mezzo di riforma sociale, perchè questo mezzo sarebbe un appello alla forza, all'arbitrio, in breve una contraddizione. *) È il Proudhon piccoloborghese nonostante le intemperanze della sua prosa; del quale il Della Peruta si sofferma a lungo a mettere in evidenza i limiti politici ed economici, del resto chiara-menti emersi, sin dal 1846, all'epoca della polemica epistolare tra Proudhon e Marx. Circa la ce valutazione del caposcuola dei proudhoniani italiani, il Della Feruta accetta, dunque, il punto di vista di Gramsci ohe parago
ni Ivi, p. 114.
2) V. DEMO CAOTIMORI, Utopisti e Ri/ormatoti italiani, Firenze, 1943, pp. 203-229.
*) V. FRANCO DEUA PERUTA, op. cfr., pp. 128-129.
*) Cit. da Io. op. oit., p. 131.