Rassegna storica del Risorgimento

DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
anno <1964>   pagina <43>
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/ democratici e l'iniziativa meridionale
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ognuno può subito vedere la questione non è solo militare, ma si allarga a tutta una prospettiva politica, non in un senso generico, ma in senso specificamente sociale. Fu proprio intorno alla questione militare che venne enucleandosi, una avanguardia socialista nei settori democratici, la quale prese consistenza sempre maggiore dopo il 1848. L'avere individuato questa questione e gli at­tacchi politici di essa, è nn altro apporto originale del Della Feruta al problema dei democratici.
Il primo ad occuparsi della tecnica insurrezionale da attuare in Italia fu, nel 1830, Carlo Bianco di Saint-Jorioz, per il quale, come è noto, la guerra na­zionale doveva essere condotta a mezzo di bande di tipo spagnolo, che avrebbero dovuto operare secondo la tattica della guerriglia, sostenute dall'appoggio del popolo e in modo speciale, dai contadini. Questa teoria fu accettata dal Mazzini che la fece propria dal 1831 al 1853, apportandovi, però, delle trasformazioni di fondo, tali da trasformarla in modo sostanziale. Il Bianco, infatti, nel suo trattato Della Guerra Nazionale d'insurrezione per bande, applicata all'Italia, non chiariva il rapporto intercorrente tra la possibilità d'azione delle bande e l'ambiente nel quale esse dovevano operare; per lui le bande erano delle micce la cui accensione avrebbe senz'altro provocato la rivoluzione. Per Mazzini, al contrario, le bande erano solo lo strumento tecnico difensivo della rivoluzione, da organizzare dopo lo scoppio della rivoluzione stessa e la liberazione di una parte adeguata del territorio nazionale. Il rapporto cronologico e eausale bandeinsurrezione di Carlo Bianco si rovesciava in Mazzini nel rapporto contrario insurrezione-bande. E l'avere individuato questo rapporto rende più. chiara la azione ri­voluzionaria mazziniana sino alle soglie del 1848. Il giudizio più corrente della storiografia mazziniana rappresenta l'agitatore genovese come perpetuamente teso, con ostinata volontà, verso azioni disperate, giustificate soltanto dalla religione del martirio. Ma questo è uu giudizio che, a nostro parere va, per lo meno parzialmente, riveduto e rettificato. In realtà dal fallimento della spedi­zione di Savoia del 1834 fino alla rivoluzione del 1848, non uno degli episodi di azione insurrezionale verificatisi in Italia ebbe come iniziatore o ispiratore prin­cipale il Mazzini (.....). L'atteggiamento di Mazzini sulla questione della insur­rezione negli anni che dal 1839 vanno fino alle soglie della rivoluzione del 1848, risulta essere stato dunque assai più realistico di quanto generalmente non si ritenga. Mazzini partiva dalla giusta premessa che obiettivo principale della insurrezione doveva essere P aver governo , ossia la conquista delle leve del potere in uno o più Stati; ed alla guerra di bande si sarebbe dovuto ricorrere per fronteggiare l'offensiva delle forze contro rivoluzionarie. Per questo Mazzini era ostile ai tentativi scarsamente preparati, il cui fallimento egli temeva potesse distruggere i progressi conseguiti con l'opera di anni e preferiva che gli sforzi si concentrassero soprattutto sul lavoro di propaganda e di organizzazione volto a creare in Italia una situazione di fermento insurrezionale . )
La puntualizzazione di Mazzini a Bianco di SaintJorioz era corretta, ma non era completa. Bianco di SaintJorioz, infatti, si era fermato ad un preciso confine sociale. Aveva sostenuto l'indispensabilità dell'appoggio contadino alle bande insorgenti, ma non aveva minimamente indicato perchè le masse contadine avrebbero dovuto dare il loro appoggio all'insurrezione. Per quanto discepolo
') Cfr. FRANCO DF.M.A FERUTA, />. eh., pp. 307-308.