Rassegna storica del Risorgimento

DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
anno <1964>   pagina <48>
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S. Massimo Ganci
lo stabilire (e giamo d'accordo con lui) che l'equazione Risorgimento-rivolu­zione agraria mancata (per lo meno in questi drastici termini) è più. attribuita a Gramsci che sua. E questa attribuzione, crediamo non sia superfluo aggiun­gerlo, è opera sia dei seguaci troppo ortodossi di Gramsci, sia di certi suoi oppositori che hanno polemizzato con lui da posizioni conservatrici, spesso senza averne letto integralmente ed attentamente gli scritti. In realtà continua Berti Gramsci polarizzava la sua critica sulla subordinazione dei democratici ai moderati, dovuta alle carenze programmatiche del Partito d'Azione, tra le quali egli indicava anche la riforma agraria.l) Ma è proprio questa tesi della subordinazione dei democratici ai moderati che il Berti sottopone ad una at­tenta revisione, giungendo alle seguenti conclusioni, notevolmente diverse da quelle di Gramsci:
a) non è vero che mancassero a Mazzini le qualità del politico realista; il Berti concorda qui in pieno con Della Perula; 6) l'immaturità e la carenza pro­grammatica del Partito d'Azione sono il frutto della trasposizione nel tempo della fisionomia dei partiti moderni alla realtà politica risorgimentale; e) l'affer­mazione che non c'era nulla di giacobino nel Partito d'Azione è, invece, la trasposizione nello spazio di un attributo della realtà francese alla realtà italiana;2) in effetti se con la locuzione giacobinismo , Gramsci vuole intendere la riso­lutezza rivoluzionaria e la ricerca del sostegno popolare nella lotta, non ai può negare che almeno al gruppo estremo dei democratici italiani (Pisacane, Monta­nelli) essa è appropriata; d) in ogni caso il Mazzini, nell'estremo frazionamento del Partito d'Azione (analizzato dal Della Perula), rappresentò Il principale
*) Ecco l'intera citazione del Berti dal Risorgimento di Gramsci (alla p, 72 e non alla p. 62 indicata, per un evidente errore tipografico, dal Berti): Il Partito d'Azione non solo non poteva avere data la sua natura un simile potere d'attrazione, ma era esso stesso attratto e influenzato, sia per l'atmosfera di intimidazione (panico di un *93 terro­ristico rinforzato dagli avvenimenti francesi del '48-49) che lo rendeva esitante ad acco­gliere nel suo programma detcrminate rivendicazioni popolari, per es. la riforma agraria (fi. n.), sia perchè alcune delle sue maggiori personalità (Garibaldi) erano, sìa pure saltua­riamente (osculazioni) in rapporto personale di subordinazione coi capi dei moderati (e. n.) Perchè il Partito d'Azione fosse diventato una forza autonoma e, in ultima analisi, fosse riuscito per lo meno a imprimere al moto del Risorgimento un carattere più marcata mente popolare e democratico (più. in là non poteva forse giungere date le premesse fon­damentali del moto stesso), avrebbe dovuto contrapporre all'attività empirica dei moderati (che era empirica solo per modo di dire poiché corrispondeva perfettamente al fine) un programma organico di governo che riflettesse le rivendicazioni essenziali delle masse popolari) in primo luogo dei contadini: all'attrazione spontanea esercitata dai moderati avrebbe dovuto contrapporre una resistenza e una controffensiva organizzata secondo un piano.
*) Questo rilievo è stato mosso per primo dal Venturi che ha messo in guardia dal pericolo di trasformare il giacobinismo in una categorìa politica ben definita (V. FRANCO VENTURI, ha circolazione delle ideo, in Rassegna storica del Risorgimento, a. XLI, aprile-settembre 1954, pp. 212 sgg.). Il Berti sostanzialmente respinge la generalizzazione del termine giacobino e il parallelismo tra giacobinismo francese e italiano e tiene ben presenti i noti studi dedicata al giacobinismo italiano dal Cantùnori, dal Suina, dal Vaccarìno, dal Berengo, e dal De Felice al quale ultimo giova rifarsi per una rassegna completa, sino al 1955, della storiografia su questo argomento (V. RENZO DJS FEMCB, Giacobini italiani, in Società, a. XII, n. 4, agosto 1956, pp. 883 sgg.)*, ad essa rimanda anche il Maturi nelle pagine dedicate ni Cantinieri (V. WAKTKR MATURI, op, cit., pp. 609 sgg.).