Rassegna storica del Risorgimento

DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
anno <1964>   pagina <51>
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1 democratici e Viniziativa meridionale
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colo XVII! e il presente: essi aiutarono a riclaborare in forma nuova le idee fon­damentali del XVIII secolo . Azione mediatrice il protagonista della quale, Romagnosi, ci Tiene presentato dal Berti in modo diverso dalla storiografia liberale. Mentre il Croce, il De Ruggiero e il Salvatorelli hanno concordemente giudicato il Romagnosi un pensatore sostanzialmente legato al '700 e, comunque, un moderato privo di seguaci (giudizio ripreso recentemente dal Sestan),1) il Berti, rifacendosi ad alcuni storici marxisti della filosofia italiana, come il Gey­monat, sostiene la modernità del Romagnosi, al quale risalirebbe in merito di avere chiarito come una evoluzione in senso nazionale della società italiana non sarebbe stata reale e profonda senza una evoluzione verso nuove forme di giusti­zia e di socialità.2) L'origine della scuola Cattaneo, Ferrari e Pisacane, viene dunque ricondotta a Romagnosi. Per quanto concerne Cattaneo, il Berti assume una posizione di prudenza che in parte recepisce la rivalutazione recente­mente fatta anche da sinistra di Cattaneo (Geymonat e, con maggior cautela, Cafagna) ;3) accetta, infatti, la prospettiva di un Cattaneo continuatore della
l) Il Sestan giudica Romagnosi filosofo di un aristocratico moderatismo liberaleg­giante ... antirivoluzionario, riformatore . ERNESTO SESTAN, Introdustionc a Opere di Romagnosi, Cattaneo e Ferrari, Milano-Napoli, 1957, p. XXI.
*) V. GIUSEPPE BERTI, op. cit., p. 85.
s) La figura di Cattaneo è stata considerata con diffidenza dalla storiografia-marxista italiana. In parte ha pesato su di essa l'esperienza del Politecnico, il giornale che, subito dopo la fine della guerra, fu fondato a Milano da Elio Vittorini. Nel riprendere la vecchia testata di Cattaneo, il gruppo Vittorini intendeva farsi risuscitatore dell'essenza realistica del pensatore lombardo e instaurare, sulle orme di lui, un'ampia discussione con tutta la cultura moderna, orientale ed occidentale; la linea culturale del Politecnico vittoriniano tendeva a ricercare una nuova valida esperienza ideologica, prescindendo dallo spar­tiacque che si andava delineando, BÙI dai primi anni del dopoguerra, nel bel mezzo del­l'Europa. Il tentativo di Vittorini non ebbe fortuna: prevaleva, allora, nella cultura mar­xista italiana, un rigido criterio di scelta ideologica unilaterale. Ci si avviava, infatti, verso la guerra fredda . Il Politecnico, quindi, sospese le pubblicazioni dopo che Vitto­rini, in un famoso dibattito, ebbe verificato il suo dissenso, dalle posizioni ufficiali del Partito Comunista, sostenute su Rinascita, da Palmiro Togliatti.
In parte i motivi di questo anticattaneisino sono da ricercare più indietro nel tempo, in rapporto alle considerazioni sulla sopravvivenza di influssi idealistici nella cultura marxista italiana del secondo dopoguerra. A questo proposito giova ricordare l'arti­colo di LUDOVICO GEYMONAT (Troppo idealismo, in 11 Contemporaneo, del ? aprile 1956), apparso quale contributo al dibattito sulle radici ideologiche della cultura di sinistra che quel settimanale promosse ad un anno di distanza dal XX Congresso del P.C.U.S. Tra le altre considerazioni il Geymonat, a proposito di Cattaneo, all'erma va: ... chi può negare, per esempio, che il pensiero di Cattaneo sia rimasto, fin quasi ad oggi pressocchè inoperante nella nostra cultura? È certo, fra l'altro, che neanche i positivisti l'hanno capito. Orbene, è un fatto che molti giovani marxisti, educatisi sulle opere degli idealisti nostrani dell'Ottocento e del Novecento, ereditarono per intero la loro prospet­tiva storica, onde sembrano ancor oggi ritenere che l'interesse filosofico per la scienza sia poco meno che nna merce di importazione americana. Io credo che proprio quest'er­rore stia alla base della difficolta incontrata da non pochi di essi a inserirsi positivamente nel processo di modernizzazione della nostra filosofia. // Contemporaneo sembra citare a vanto della coltura di sinistra, di avere a quasi monopolizzato Francesco De Sanctis; ma come giudicheremo il tentativo compiuto da alcuni compagni di monopolizzare, accanto a De Sanctis, anche Bertrando Spaventa ? Non finirà che per voler essere i con-