Rassegna storica del Risorgimento

DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
anno <1964>   pagina <56>
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S. Massimo Ganci
ci sembra ambiguo e sommario il giudizio di Gerachenkron su questa grossa questione.*)
Sul piano concreto della ricerca, quindi, la posizione del Romeo si articolava Sui seguenti punti chiave: a) studio del profilo progressivamente nazionale della classe dirigente siciliana, con tendenza a svalutare la funzione del clero sia nel verso prorisorgimentale, sia in quello antirisorgimentale (rilievo questo ultimo del Saitta ripreso successivamente da "Walter Maturi);2) 6) recezione delle contusioni negative della storiografìa siciliana del primo Novecento, sulla consistenza politica e storica di una corrente democratica e socialisteggiante in Sicilia, specie negli anni anteriori al 1848; e) chiusura nei confronti della esigenza aitionomisticai interpretazione di questa in senso paraseparatistico e, come tale, rifiuto di considerarla filone di indagine della storia siciliana. Va ri­cordato, a questo proposito che, proprio negli anni in cui Romeo scriveva il suo volume, si realizzava l'accostamento dei partiti di sinistra alla soluzione autonoinisticoregionale del problema siciliano.
Da tutto ciò il dissenso dal Romeo di Berti, il quale, muovendo, come è noto, da premesse ideologiche diametralmente opposte, si propone di dimostrare la esistenza e la consistenza in Sicilia del filone democratico sin dagli anni im­mediatamente successivi alla restaurazione e di giustificare la validità delF ini­ziativa meridionale di fronte a quella settentrionale : Pisacane contro Mazzini.
Si trattava di una problematica posta, in parte, da Salvatore Francesco Romano nella sua raccolta di saggi, Momenti del Risorgimento in Sicilia.*) Libro, questo, che risente di una rigida accettazione della teoria del Risorgimento quale rivoluzione agraria mancata e di una trascrizione meccanica alla realtà siciliana delle intuizioni gramsciane. Si è osservato, infatti, che come nel volume di Romeo c*è troppa classe dirigente, in quello di Romano ci sono troppi contadini. Ma, a parte queste mende, i saggi di S. F. Romano avevano il pregio di ruotare, per la prima volta, intorno a quello che, volenti o nolenti, non si può fare a meno di riconoscere come il problema centrale della storia siciliana: il problema della terra e dei ceti legati alla terra; costituivano, inoltre, il primo tentativo di pro­spettare l'evoluzione della classe dirigente siciliana verso la soluzione uiwtarfci
1) Per Gerschenkron, nel Risorgimento in Sicilia, il Romeo, ... in modo alquanto indefinito ed esitante aveva rifiutato di identificare il proprio punto di vista con la pro­spettiva gramsciana . Cfr. ALESSANDRO GEHSHENKROJT, Le ricerche di Rosario Romeo e r'accumulazione primitiva del capitale, in La formazione dell'Italia industriale, a cura di AI.BKHTO CARACCIOLO, Bari, 1963, p. 35, apparso precedentemente con il titolo JRosario Romeo e Vaccumulazione primitiva del capitale, in .Rivista storica italiana, a. LXXI (1959), pp. 557-586. Nei suoi studi successivi (Problemi dello sviluppo capitalistico in Italia dal 1861 ai 1887, in Nord e Sud, luglio-ngosto 1958, ora in Risorgimento e Capitalismo, Bari, 1959, pp. 93 agg,), il Romeo chiarirà che il capitalismo, attuatosi, dopo l'unità, in una particolare forma di accumulazione, sarebbe stato il presupposto della formazione in Italia della classe dirigente a livello nazionale e dello Stato moderno,
3) V. WALTER MATURI, op. cit., p. 668,
*) Messina, 1952.