Rassegna storica del Risorgimento
DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
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1964
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I democratici e l'iniziativa meridionale
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quale conseguenza della paura della eversione economico-sociale.1) L'impostazione del Romano è accettata, in queste due intuizioni, dal Berti; il quale, però, non prosegue sulla strada di Romano a cercare la consistenza o meno della forza contadina siciliana; accertata la presenza di questa sulla scena del primo Ottocento siciliano, egli delinea il profilo ideologicopolitico del movimento democratico siciliano ebe in questa presenza affondava le sue premesse ideologiche e politiche.
H primo nucleo di fermentazione delle istanze democratiche fu, secondo il Berti, la Carboneria, le cui origini meridionali egli ribadisce riprendendo la critica del Francovieh al Soriga e indirettamente al Saitta e al Cantimori. Il Berti, infatti è propenso a vedere un rapporto IlluminismoCarboneria (che rientra nel quadro generale di sviluppo della democrazia italiana da lui tracciato) e a distinguere, invece, l'esperienza buonarrotiana da quella carbonara. Dalla sua ricerca, quindi, emerge una Carboneria meridionale quale vasta associazione segreta, che dalla lezione del massismo sanfedista aveva appreso la funzionalità dell'appoggio popolare: composita, in un profilo che si presentava scisso in due ali (moderata e liberaleggiante l'una, democratica ed egualitaria l'altra) essa dava luogo ad una organizzazione interclassista, il cui asse di rotazione era in prevalenza borghese. Fu la prima organizzazione politica a carattere progressivo che ammise largamente nel suo Beno il basso popolo e lo portò comunque nella scena politica:2) il primo nucleo del radicalismo meridionale, va dunque ricercato nelle sette carboniche. E continua in quelle neo-carboniche, come i Figlioli della Giovine Italia, dalla quale deriveranno tutte le sette che opereranno tra il 1840 e il 1851 nelle Due Sicilie, sotto la direzione di quel Benedetto Musolino, figura sino a ieri poco nota ed alla conoscenza della quale ha largamente contribuito il Berti. In modo particolare egli mette a punto i rapporti tra Mazzini e Musolino, il primo dei quali era, come è noto, per il superamento della Carboneria, mentre il secondo ne propugnava il rinnovamento.
Scendendo dal Mezzogiorno continentale alla Sicilia, Berti riscontra anche qui la scarsa influenza del mazzinianesimo. Il primo studio omogeneo e condotto con criteri storiografici moderni sull'influsso del mazzinianesimo in Sicilia è stato quello di Emilia Morelli.3) Da esso si rileva che il mazzinianesimo puro era presente, sebbene in limiti modesti,nella Sicilia orientale,ove, nel 1820, di fronte allo autonomismo palermitano, era prevalsa la fedeltà alla struttura unitaria delle Due Sicilie. Ma, ove si eccettuino le isole orientali, il detto del Crispi Mazzini ebbe amici, ma non seguaci corrisponde a verità in quanto il mazzinianesimo fu in Sicilia più una ideologia che un'organizzazione rivoluzionaria. H problema unitario, cioè, fu posto anche in Sicilia dal Mazzini, ma egli non riuscì a convincere [i Siciliani] che solo con la rivoluzione si potevano spazzare via i privilegi e gli abusi del Governo di Napoli. La fiducia nell'Inghilterra, la diffidenza per Napoli e la possibilità di riforme a carattere autonomista restavano i cardini
l) Sulle attese e sui timori della classe dirigente siciliana V. RENATO COMPOSTO, Il conservatorismo Modale in Sicilia prima dell* unificazione-, in La Sicilia dal 1859 al 1860, Atti del Convegno Siciliano di Storia del Risorgimento, a cura di GIANNI Di STEFANO, Trapani, 1962, Dello stesso autore, per quanto riguarda il movimento democratico siciliano. V. Idee sociali del primo Crispi in Rassegna storica del Risorgimento, a. XLIX, aprile-giugno 1962.
*) BERTI, op, '., p. 172.
3) Cfr. EMILIA MOHKLM, MoexinUtnesimo siciliano , cit.