Rassegna storica del Risorgimento

DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
anno <1964>   pagina <59>
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/ democratici e l'iniziativa meridionale 59
siciliano, le cui vicende sono legate alla singolare figura di Saverio Fnseia. ' Di essa il Berti dà il primo profilo organico, dal quale deduciamo che i Saverio Friscia, erano due: il primo, frate, opero a Sciacca dopo il 1820; arrestato nel 1823 fu difeso dall'avvocato Filippo Fodera (fratello di Michele Fodera), fu libe­rato nel 1836 e tornò Panno successivo, al paese natio, ove consegnò le fila della cospirazione democratica al suo omonimo (che era anche suo cugino) Saverio Friscia jr., eletto, poi, deputato al Parlamento siciliano, nel 1848. A Palermo Saverio Friscia jr. dirigerà i due giornali di opposizione L'Assemblea Costituente e /'Armamento, e presiederà il Circolo operaio. Rimasto in Sicilia, al ritorno dei Borboni, organizza l'opposizione nel Comitato Rivoluzionario di Palermo e, costretto ad emigrare, sarà nel 1850, segretario del Comitato Rivoluzionario Si' aliano, a Parigi, ove nel 1853, viene incaricato della raccolta delle armi per il moto di Milano. Nel '60 è accanto a Filippo De Boni, mentre nel '66 dirige as­sieme a Giuseppe Fanelli il giornale internazionalista Libertà e Giusttsdar' Questo profilo dei due Friscia, che unisce in un arco ideale la Carboneria all'Internazio­nale, è una prova della organica persistenza dei motivi di opposizione demo­cratica in Sicilia. La cui vitalità è da ricercare proprio nel carattere nettamente conservatore del ceto liberale siciliano, erede della vecchia aristocrazia, al quale non è applicabile lo schema piemontese. Il liberalismo siciliano, infatti, debole prima del '48 e costituito da intellettuali isolati dalia dinamica concreta del paese, si dissolverà dopo il 1848; la prova è data dal fatto che i quadri del liberalismo moderato siciliano post-quarantottesco, saranno costituiti in maggioranza da transfughi della democrazia come Amari, La Farina e, dopo il '60, Crispi.
Quali sono le forme del movimento democratico nelle Due Sicilie, dopo il tramonto della Carboneria, visto che mazziniane non furono? Ecco l'altra trin­cea di scavo, con cui il Berti, avanza nell'esplorazione dell'opposizione meri­dionale. Il metodo rivoluzionario è simile, nel Mezzogiorno, a anello mazziniano: miche qui il movimento democratico tenta di uscire all'aperto, raggruppan­dosi intorno a periodici letterari e scientifici progressivi: dal Progresso diretto da Giuseppe Bicciardi a Napoli, agli Annali Civili del Santangelo, al Topo letterato di Mariano D'Ayala. Ma la sostanza è diversa: nei gruppi napoletani permane, infatti, viva la tradizione razionalistica e illuministica del secolo XVIII e l'influsso sansimoniano. E lo stesso accade in Sicilia, ove il movimento demo­cratico cercherà reiteratamente di mettersi in rapporto con l'opposizione napole­tana, per progettare un'azione comune. H Berti ricorda i tentativi del Raffaele e del Carnazza che non approdarono peraltro, ad alcun risultato concreto. In Sicilia vivissimo era, inoltre, l'influsso di Romagnosi che operò non solo sul D'Ondes Reggio, sul Ferrari e su Emerico Amari, come ha dimostrato il Di Carlo,3) ma anche su uomini di sinistra, quali Pasquale Calvi.
L'opposizione democratica meridionale è, dunque, in movimento dopo il 1830. All'egualitarismo buonarrotiano e all'egualitarismo carbonico e neo-carbonico delle Due Sicilie, dopo il 1830, ora si sostituiscono, ora si sovrappon-
') V. GIUSEPPE BEJITI, op, eh., pp. 227 sgg, *) Ivi, pp. 228 sgg.
8) V. EUGENIO Di CAHI.O. l'influsso del pvnsirro del Romagnosi in Sicilia, Pa­lermo, 1959.