Rassegna storica del Risorgimento
DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
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1964
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I democratici e l'iniziativa meridionale
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Risorgimento. l) Mentre nella storiografia democratica (e naturalmente anche in quella conservatrice) si notava la tendenza a mettere l'accento sul Pisacane nazionalista che si immola a Sapri quasi a fecondare con il suo sangue il terreno nel quale opererà Garibaldi, in quella marxista si è sviluppata la tendenza opposta, intesa a mettere l'accento sull'aspetto sociale di Pisacane. Si è avuto, così, un completamento della personalità pisacaniana, la quale ha assunto una caratteristica propria, che non si limita alla radicalizzazione della linea mazziniana, ma va al di là di essa, su posizioni originali. Naturalmente si correva il pericolo di incorrere nelT error contrario e, di fatto, in questi errore si è caduti, 2' allorquando si è voluto vedere in Pisacane un personaggio profetico, anticipatore di problematiche a lui estranee, antesignano di soluzioni che sarebbero state proposte dal movimento operaio italiano, solo in una fase successiva della propria storia. Ed anche qui non si possono non riscontrare varie pecche, dovute soprattutto all'entusiamo di ritrovare anticipazioni delle proprie convinzioni ideologiche e politiche sul piano vetusto della storia.
Tutto ciò era scontato. Le rivalutazioni e le riscoperte assumono sempre un carattere entusiasta e polemico. Era chiaro, però, che studi più ponderati, più storici e meno politicizzati sarebbero seguiti. Si è, infatti guardato con maggiore attenzione quanto aveva scritto Gramsci su Pisacane. Stranamente la prospettiva di studio proposta da Gramsci per l'opera di Pisacane era stata quasi ignorata dalla storiografia marxista, forse perchè indicava una problematica, che presupponeva la conoscenza documentata di realtà culturali profondamente diverse da quella italiana, come ad esempio quella russa. Il Gramsci infatti, prospettava la possibilità di un populismo pisacaniano, oltre ohe di un giacobinismo ; la qual cosa avrebbe spiegato la successiva fortuna del bakuninismo nell'Italia meridionale. Si è cominciato, altresì, a guardare Pisacane non già nell'astrazione delle sue affermazioni ideologiche, ma nella concreta e documentata genesi di esse: ed vox contributo decisivo ha qui portato Aldo Romano che ha visto la figura di Pisacane inserita nell'area ideologica del Mezzogiorno, quale tramite tra le ideologie settecentesche ed il successivo movimento internazionalista. Impostazione questa, condivisa da Lelio Basso nella commemorazione di Pisacane a Sapri, che ricordiamo in questa sede, perchè trascende i limiti di una impostazione politica per assumere la dignità di un contributo storiografico. E se anche il Basso indulge alla tesi della modernità di Pisa-sane, lo fa con molta discrezione e si preoccupa soprattutto di mettere in evidenza due punti chiave della personalità pisacaniana: la coerenza ideologica con le fonti prime della cultura meridionale (Vico, Giannone, Pagano) e la non contraddizione tra il pensiero socialistico e materialistico e l'azione eroica di lui. E, invero, contraddizione non c'è, convinto com'era il Pisacane che il Mezzogiorno era, con la sua miseria, la a polveriera d'Italia e che se questa polveriera fosse saltata, ne sarebbe derivato uno squasso sociale che i moderati non avrebbero potuto più controllare come era avvenuto nel 1848. C'è davvero contraddi
ci Una buona rassegnu della storiogrufìa pisacaniana è quella di SILVIA ROTA Gm-BAUDI, Pisacane nella storiografia italiana. Appunti e Notisi*, in Cronache meridionali,
1957, pp. 637-646.
2) A questo tono di * modernità è improntata l'Interpretazione della figura di Pisacane nel nomerò speciale di Cronache meridionali nel centenario della morte.