Rassegna storica del Risorgimento

DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
anno <1964>   pagina <67>
immagine non disponibile

I democratici e l'iniziativa meridionale
67
e l'impronta originale delle sue dottrine non scaturisce soltanto dall'origine settecentesca e carbonica italiana, ma dall'esigenza di una rivoluzione socialista che continuamente frammischia i propri scopi agli obbiettivi di una rivoluzione popolare nazionale, nella grande comune battaglia per l'unità e la indipen­denza d'Italia .l)
Resta da spiegare il riavvicinamento a Mazzini che culminò con il suicidio di Sapri. Non si trattò di un riavvicinamento ideologico ma di un vero e proprio compromesso politico; la vera e più reale linea divisoria tra i partiti del Risorgi­mento correva, infatti, sul terreno della pratica; in ultima analisi, da una parte c'era chi era per l'azione rivoluzionaria e dall'altra chi non lo era. Mazzini e Pisacane erano per l'azione, ed anche Garibaldi. Cattaneo no, secondo Berti. Ecco la genesi dell'accordo MazziniPisacane; accordo sul piano dell'azione e per l'azione, i cui termini erano: la rinuncia di Mazzini all'antàsociahsmo e la rimozione da parte di Cattaneo del veto ad ogni eventuale accordo con i moderati. Fu la cosiddetta Bandiera Neutra. Alla quale non aderì Cattaneo, il che non spostò affatto la situazione mentre fu gravemente lesiva la mancata adesione del gruppo Garibaldi-Bcrtaui legato ai moderati. L'iniziativa meridionale ve­niva ad assumere di conseguenza, e non solo nella persona di Pisacane, la fun­zione distintiva tra le forze democratiche più avanzate e quelle meno conseguenti. Essa si prospettava come liberazione della forza dirompente delle masse agrarie meridionali. Ecco perchè il collegamento PisacaneBakunin è valido: poiché inalterato è rimasto il potenziale rivoluzionario in Sicilia e nel Mezzogiorno nella prima fase dello Stato unitario. Per cui un ideale filo rosso corre a legare i moti democratici meridionali, preunitari, i moti agrari del '66 e quelli siciliani del '94.
Come sorse l'idea dell'iniziativa meridionale? Fu un espediente strategico militare o nacque dalla convinzione in chi la sostenne che le condizioni economico-sociali delle Due Sicilie erano tali da conferire all'insurrezione nel sud il carat­tere di ondata di fondo? E questa la tematica conclusiva del volume di Berti. Essa si apre con una valutazione sostanzialmente negativa dell'azione di Nicola Fabrizi, che dell'iniziativa meridionale fu uno dei più tenaci assertori, in quanto condivideva la tesi del Mezzogiorno polveriera d'Italia. Il limite dell'azione di di Fabrizi fu la scarsa conoscenza della Sicilia;s) da qui la furiosa polemica che egli ebbe con Pasquale Calvi, da lui accusato di separatismo . Mentre, in realtà. Si Calvi, come tulli i democratici siciliani, era su posizioni autonomistiche: il che è cosa ben diversa. La devozione alla causa italiana era fuori discussione nei democratici siciliani, ma in termini diversi da quelli dei democratici della penisola; termini che alla realtà dell'isola si rifacevano. La storia del Risorgi­mento in Sicilia nota Berti è una storia complessa perchè è contraddistinta da elementi che non esistono (con quel peso almeno, e in quella forma) in nessuna altra regione italiana, la Sicilia a lungo è stata un poco, una regionenazione: con particolare struttura economico-sociale, con una storia particolare e, persino,
1) Ivi. p. 506.
2) Sarebbe auspicabile un ampio e documentato studiò sui rapporti tra Nicola Fa­brizi e la Sicilia. A renderlo più agevole è prossima la pubblicazione da parte della Società di Storia Patria di Palermo, del II volume delle lettere di Nicola Fabrizi e Rosolino Pilo, a cura di Antonino De Stefano ed Enzo D'Alessandro.