Rassegna storica del Risorgimento
DEMOCRATICI REGNO DELLE DUE SICILIE 1830-1860; REGNO DELLE DUE
anno
<
1964
>
pagina
<
69
>
1 democratici e Viniziativa meridionale
69
trovava in assoluta minoranza, come nel '49, allorquando aveva stornato i fondi e i mezzi votati dalla Costituente, per una rivolta nelle Due Sicilie, a favore dell'insurrezione genovese del 1 aprile. Né contraddice a questo schema di interpretazione l'accordo Mazzini-Kossuth. per una azione in Sicilia nel 53-54, che il primo concepì in funzione complementare del tentativo Orsini in Lunigiana nella notte del 12-13 giugno '54; fallito Orsini, anche lo sbarco in Sicilia che avrebbero dovuto operare Fabrizi e Pilo sfumò; ad eccezione dello sbarco di Iuterdonato a Roccalumera, provocato dal Calvi che agiva per conto proprio. E analogamente possono valutarsi le Istruzioni per un moto insurrezionale in Sicilia del '55, quando ormai lo sbarco a sud era nell'aria (accordo Pisacane-Mazzini); la Morelli, infatti, ha notato che, nel '50, Mazzini tranquillizza il Mordini che lo rendeva partecipe delle proprie apprensioni di un'azione al sud da parte di Garibaldi, ormai nlopiemontese: era proprio questo il miglior modo di allontanare Garibaldi dal centro dove egli, Mazzini, si proponeva di operare. ) Il fatto è, conclude Berti, che sin dal 1849, Mazzini era superato nella guida del partito democratico, ma nonostante ciò rimaneva alla guida di esso, perchè le varie frazioni del partito non riuscivano ad accordarsi per dargli un successore, né purtroppo, nelle fila del partito democratico, emergeva una personalità di pari levatura che potesse contendere obiettivamente al Mazzini, il ruolo di leader del partito. Tragica situazione, tutt'altro che isolata nella storia dell'opposizione italiana.
Tutto ciò induce Berti a non accettare l'opinione di Salvemini della subordinazione da parte mazziniana delle proprie idealità repubblicano-democratiche all'unità nazionale: Mazzini, sostiene Salvemini, proclamò che si sarebbe messo da parte ed avrebbe operato come semplice soldato al servizio della monarchia qualora questa avesse concretamente operato per l'unità; ma, obietta Berti, il Mazzini sempre dimostrò che i Savoja mai si erano messi in senso concreto, sul piano unitario. Non cercò, il Mazzini, proprio nel '5060, con l'azione al centro, di inserire un cuneo nell'accordo tra Garibaldi e Cavour che allora rappresentava l'unica soluzione del problema italiano?
Avrebbe avuto veramente il carattere di ondata di fondo la rivoluzione italiana qualora avesse preso le mosse dal Mezzogiorno? Berti è troppo buon storico per porsi una problematica come questa, basata sull'opinabile; non cede, quindi, alle suggestioni cui ha ceduto il Mack Smith. Sul piano storico l'unica cosa da fare era dimostrare l'esistenza concreta di una alternativa democratica al sud per tutto il Risorgimento: e mettere, altresì in evidenza i limiti e le carenze di essa. Cosa che, a nostro vedere, il Berti ha fatto; prendendo, nello stesso tempo, atto con molto realismo e con molta ponderatezza storica che se il fine era quello di fare l'Italia, nel '5960 l'unica soluzione era quella proposta dalla Società Nazionale ed accettata da Garibaldi.2)
In astratto non v'è dubbio, la linea di Mazzini, ancora una volta si rivela come la più spinta. In astratto, la sua posizione appare, non v'è dubbio più democratica, più avanzata di quella di Garibaldi. Ma le linee politiche non somigliano alle tesi dottrinarie che sono più o meno estremiste unicamente sulla base di quel ohe affermano. Le lince politiche sono più o meno avanzate nella misura
) V, EMILIA MORELLI, op. eit.f p. 36. 3) V. GIUSEPPE BEOTI, ap. eù. p. 595.