Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918
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1964
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Gli antichisti e la prima guerra mondiale 73
dì ogni condizione sociale ). Egli era rientrato da pochi giorni in Italia, in seguito anche ad un banale incidente ohe lo aveva immobilizzato per settimane nelle corsie ospedaliere di Gottinga. In ira vivace scorcio delle Pagine strava' ganti di un filologo *) egli ci racconta di come ebbe notizia li a Gottinga, in una sera dell'estate 1914, dell'uccisione dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo; notizia recatagli, anzi gridata , da un compagno di studi, un ebreo-berlinese di vecchia famiglia coltissima, scaltrito dall'esperienza dei suoi , il quale commentò calmo che entello significava la guerra. Io scrive il Pasquali scossile spalle, incredulo. Era la guerra, e in questo giardinetto... caddi pochi giorni dopo e mi ruppi una gamba, nella fretta di andare a ritirare in mi ufficio universitario quel poco che mi spettava, prima di partire per l'Italia (il telegrafo era riservato alle comunicazioni di Stato, la posta sospesa, nessuna notizia né dei miei né della mia patria: era il giorno della dichiarazione di guerra alla Russia) . La caduta avvenne, dunque, il 5 di agosto. Fu soccorso da due giovani studenti infermieri diplomati , i quali si avvicinarono scrive ancora il Pasquali e mi sollevarono, ma non prima di essersi presentati di stile, con un inchinetto, come si conviene a studenti di fronte a un docente, anche straniero, anche cittadino di un paese che domani (chi sa?) ci farà la guerra.2) Ed è utile il confronto di queste righe scritte alquanti anni dopo, ad esperienza conclusa della guerra terminata con la sconfitta degli Imperi Centrali cui aveva ben contribuito l'intervento italiano, con la lettera prebellica al Giornale d'Italia. L'accenno aIP inchino di stile lascia trasparire quello stato d'animo di considerazione per l'educazione civile germanica che aveva spinto il Pasquali nel settembre del 1914 a respingere la polemica allusione alla barbarie teutonica. In clinica il Pasquali rimase disteso per settimane ; ne usci con la gamba ingessata probabilmente tra la fine di agosto e i primi di settembre quando già cominciavano a giungere le prime notizie di compagni e scolari caduti, dei battaglioni di volontari italiani falciati sotto Liegi. Il viaggio fu faticosissimo, per lo stato di infermità, e lungo cinque giorni per giungere a Verona ( si attese un giorno intero in aperta campagna, fra Trento e Ala, che ci passassero innanzi i treni degli kortved diretti al nostro confine, e abbiamo sentito le loro canzoni selvagge... ).8) Tutto questo chiarisce bene pertanto lo stato d'animo del giovane professore-filologo in quei giorni e in quei mesi e di fronte a quegli avvenimenti che interruppero definitivamente il suo soggiorno a Gottinga. Da allora cosi scrir veva nel 1928 io non avevo più riveduto Gottinga, se non una volta fuggevolmente nell'inverno che precede il nostro intervento .*) Rileviamo, infine, come anche il Pasquali, nella lettera, ribadisca l'opportunità di non abbandonare un fruttuoso trentennio di politica estera italiana, e di non rovesciare, a tal uopo, il ministero (del Salandra) in un momento cosi grave della vita nazionale . La lunga lettera del De Sanctis è, come si è detto, del successivo 22 settembre. Lo storico antico riteneva giunto il momento di dover rompere il silenzio conformemente all'antica legge di Solone che condannava d'infamia chi non prende partito nei dissensi cittadini e pertanto esprimeva altamente la sua opposi-
*) Lanciano, 1933. V. // ritorno a Gottinga, pp. 161-169. Già in Cultura, marzo 1928. 3) Ibidem, p. 163 ag. *) Ibidem, p. 165. *) Ibidem.