Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918
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1964
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76
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Massimiliano Pavan
Mi sia lecita una constatazione: nel numero immediatamente precedente del Giornale d'Italia nell'interessante rubrica: La polemica nazionale sulla grande guerra, accanto a quattro voci tedescofobe ne risuonava una sola ispirata in senso pacato e sereno, quella dcll'on. Petrillo. Nel Giornale d'Italia di ieri sera accanto alla lettera del prof. De Louis ne figurano solamente altre due, e tutte e due (forse il De Louis stesso non avrebbe osato sperarlo), invitano alla riflessione ed alla obiettività. Né basta: nell'articolo di fondo si constata che una delle, tendenze affermatesi nell'ambiente politico italiano, è quella che non si debba sovvertire in nessun caso il nostro sistema trentennale di politica estera.
Quella del De Lollis non è dunque una vox clamanti in deserto, ma ad essa altre voci rispondono e vengono dalle più opposte direzioni e dai più remoti punti. È appunto la mancanza di intesa tra di esse e la irrefrenabile spontaneità loro, che fa la loro forza. Ed io credo di non farmi illusione, se penso che in Italia molti sieno coloro che hanno assistito ed assistono con un senso di pena infinita a quella che il De Lollis con frase felicissima chiama svalutazione orgiastica della Germania alla quale con troppa leggerezza si è posta mano negli ultimi giorni. Io credo che sieno molti, e se essi non hanno fatto sentire la loro voce, si è perchè la loro schiera è composta in gran parte di persone lontane dalla politica e dalla stampa, chiuse nella loro meditazione e nel loro studio, animate da un grande senso di responsabilità e dalla preoccupazione che fosse obbligo di ogni buon cittadino far tacere il proprio giudizio in un momento cosi tragico e solenne.
Ma poiché dall'altra parte si è certamente ecceduto, poiché si è giunti a questo punto che un professore universitario ha risposto ad un atto di cortesia di tutto il corpo accademico dell'Università di Lipsia con una vera e propria sconvenienza di galateo, poiché ad ogni costo e con ogni mezzo si vuol fare uscire il Governo dalla linea di condotta, che egli nella visione piena degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali si è prefisso, è giusto, è doveroso anzi che anche la voce dei dissenzienti si faccia sentire.
Non è questo il momento di discutere se la responsabilità della grande guerra spetta più a questa che a quella nazione, non è il momento di deprecare su maggiori o minori atrocità, perchè manca ogni sicuro elemento di giudizio. Bene ha detto il prof. Del Monte: La storia la scrìveranno i nostri nipoti.
Chi afferma che in questa lotta stanno da una parte il diritto, la giustizia, la libertà e la salute dell'Europa e dall'altra la prepotenza brutale, il cesarismo e il militarismo dà prova di grande leggerezza, perchè dimentica che accanto all'imperialismo germanico vi è quello inglese e accanto al cesarismo tedesco vi è quello russo.
Chi grida alle rivendicazioni di Trento e Trieste ne dimentica altre non meno importanti, anzi forse più importanti.
Chi vuol spingere contro l'Austria non sa quali possano essere gli obblighi dei nostri trattati e non ricorda che la storia giudica i popoli non a base di cavilli, ma con severità assai più complessa e rigorosa.
Chi parla di genialità latina e di pesantezza germanica gioca con le mosche, mentre i più grandi popoli stanno combattendo le più grandi battaglie.
Questo è dunque ancora il momento del raccoglimento, dell'obiettività, della imparzialità. Solamente nell'imparziali tà può essere il fulcro della concordia nazionale.
Prof, Giuseppe Cardinali ord. nella R. Università di Bologna