Rassegna storica del Risorgimento
AZEGLIO TAPPARELLI D' (FAMIGLIA); BIBLIOTECA CIVICA DI SAVIGLIA
anno
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1964
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pagina
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91
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Il fondo Tapparelli d*Azeglio della Biblioteca Civica di Savigliano 91
a Prospero Balbo, è già di por sé abbastanza significativo e indica con chiarezza quale era il gruppo politico a cui era più. strettamente legato. Perciò riteniamo di non andare errati pensando che la carica di Grand-Veneur gli fosse stata data da Vittorio Amedeo III non per le scarse sue capacità, ma perchè si voleva tenerlo lontano dall'attività politica insieme con tutto il gruppo boginiano.
I libri che il Lagnasco raccolse (facilmente distinguibili perchè recano un ex libris su cui è riprodotto lo stemma nobiliare della famiglia con la scritta CRobert [sic Taparel comte de Lagnasc ) dimostrano a loro volta che egli era nomo di vasta cultura e di molteplici interessi.
Notiamo innanzitutto in questo gruppo una quantità notevole di testi classici latini, greci (in traduzione latina) ed italiani, alcuni dei quali in incunaboli o in pregiate edizioni del Cinque e del Seicento.1') L'abbondanza di questo materiale ci spiega quali furono i libri a cui Cesare d'Azeglio e i figli suoi attinsero in seguito quella ferratissima cultura classica che pervade i loro scritti (e che, a dire il vero, riesce talvolta alquanto stucchevole al lettore moderno).
Nutritissimo è poi il gruppo di opere relative ai viaggi e alle scoperte geografiche e di opere storiche relative non soltanto alla Francia, al Piemonte, all'Italia in genere e agli altri Stati europei, ma anche ai paesi più remoti e alle epoche più antiche. Segno anche questo dei tempi e testinionianza di quell'interesse e curiosità per le cose esotiche e nuove che forse nei Piemontesi dell'epoca (almeno in quelli di mentalità più aperta e che maggiormente sentivano il greve odore di stantio aleggiante sul loro paese) si manifestavano con particolare insistenza.
Tipica manifestazione del gusto e delle esigenze del tempo sono pure le varie storie universali e naturali, gli Abrégés, i dizionari, le tavole comparate di cui Roberto di Lagnasco possedeva una notevole collezione.
Nel settore più specificamente politicofilosofico meritevole di essere in particolar modo segnalata ci pare la presenza di opere di Malebranche, Montesquieu, Locke (in traduzione francese), di un esemplare della Encyclopédie (prima edizione), di opere di Condillac, Condorcet, Mably, Raynal. Quasi completamente assenti sono invece i riformatori italiani del Settecento, rappresentati tuttavia da alcuni dei maggiori, come Genovesi {Dette lezioni di commercio, Milano, 1768) e Beccaria {Opero diverse, Napoli, 1770), oltre che dai piemontesi Francesco Gemelli {Rifiorimento della Sardegna, Torino, 1776), Nicolò Frichi-gnono di Guaregna {Della politica e regolata podestà giurisdizionale della Chiesa, Torino 1783-85, opera oggi dimenticata, ma che rivela un personaggio meritevole di essere ricordato e studiato), a cui si può aggiungere un autore della generazione precedente, Andrea Guevarrc {La mendicità sbandita, Torino, 1717).
Per quanto riguarda gli scrittoli religiosi non manca di suscitare sorpresa e di confermare d'altra parte il persistere di certe tradizioni giansenistiche nella coltura piemontese del Settecento la presenza di un nutrito gruppo di opere di Nicole e di Pascal accanto a quelle dei grandi scrittori cattolici francesi
1) Un elenco dulie opere più rare e li maggior pregio in A. OLMO, il cento-noritf detta morie di Biagio Andrea Casali* fondatore detta Biblioteca Civica, in II Savtglianese, 14 marzo, 21 marzo, 28 marzo, 4 aprii u 1963