Rassegna storica del Risorgimento

AZEGLIO TAPPARELLI D' (FAMIGLIA); BIBLIOTECA CIVICA DI SAVIGLIA
anno <1964>   pagina <92>
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Narciso Nada
del Seicento e del primo Settecento come Bossuet, Bourdaloue, Fénclon, Fleury, Massillon, San Francesco di Sale.1)
Nell'insieme, quindi, possiamo dite che questo fondo librario, oltre che ri­velare i larghi interessi del suo proprietario, dimostra anche quanto la formazione di un gentiluomo subalpino, pur in piena epoca di imminente BisorgimentOy fosse profondamente legata non solo alla tradizione classica e a quella lette­raria italiana, ma anche (oserei dire soprattutto) alla cultura francese con­temporanea (e, attraverso la cultura francese, alla cultura della restante Europa), benché poi sul piano pratico non ne venissero accettati gli insegnamenti più audacemente innovatori.
Il gruppo di opere appartenenti a Cesare d'Azeglio è anch'esso abbastanza facilmente individuabile poiché in genere i suoi libri ne recano la firma in una delle prime pagine. Riteniamo tuttavia che sia stata acquistata da lui anche una parte delle rimanenti opere che non recano alcuna indicazione e in particolare quelle comprese fra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo riguardanti pro­blemi di carattere politico e religioso.
In complesso constatiamo che egli, da un lato, continuò la tradizione pa­terna acquistando largamente testi classici italiani e latini, testi di storia lette­raria e di linguistica (Bettinelli, Cesari, Denina, Galeani Napione), libri di storia politica (numerosi soprattutto quelli relativi all'inizio della Rivoluzione francese) e narrazioni di viaggi e scoperte (il suo interesse per i problemi di lingua e di letteratura, per la storia, per i viaggi e le scoperte apparirà vivissimo nei suoi giornali L'Ape e UAmico d'Italia e si inquadra in quell'attività che egli svol­se e che non è ancora stata messa adeguatamente in rilievo per dare alla cultura italiana, pur nell'ambito della più rigida fedeltà all'assolutismo e al cattolicesimo, una più spiccata ed autonoma personalità e per allargarne il più possibile gli orizzonti in tutti i campi dello scibile umano).
D'altra parte invece egli dedicò la sua attenzione alle opere di carattere poli­tico e religioso che dovevano offrirgli le armi per la sua campagna pubblicistica contro le idee rivoluzionarie. Nella sua biblioteca troviamo tutto l'armamentario a cui egli attingeva: innanzitutto le opere dei grandi polemisti antirivoluzionari francesi come Bonald, Chateaubriand, il Lamennais della prima maniera, a cui bisogna naturalmente aggiungere De Maistre (al quale l'Azeglio era legato da stretta amicizia)2) e Io Heller (ma sempre in traduzione francese), le opere degli scrittori cattolici italiani Bartoli, Liguori, Passavanti, dell'inglese Milner (nel testo originale e nella traduzione francese). E, accanto a questi, numerosi pole­misti e storici minori conservatori o reazionari (Barruel, Beauchamp, Montlo-
1) Un Veni mecum. Manoscritto di precetti morali (1780), dì ispirazione se non giansenista certo almeno rigorista, si trova nell'Archivio dell'Opera Pia Tapparelli, cartella 301.
*) Di questa bea nota amicizia è testimonianza fra l'altro una lettera inedita del Maia tre all'Azeglio in data 25 gennaio 1820, che ai trova allegata alla copia del Du Papa esistente ne! fondo Azeglio della Biblioteca Civica di Savigliuno. L'esistenza di questa lettera è già stata segnalata da A. Olmo in // centenario cit. e sarà prossimamente pub­blicata dal sottoscritto insieme con mi gruppo di oltre Ietterò inedite dello scrittore tavolar do.