Rassegna storica del Risorgimento
AZEGLIO TAPPARELLI D' (FAMIGLIA); BIBLIOTECA CIVICA DI SAVIGLIA
anno
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1964
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pagina
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101
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Libri e periodici 101
Presentando ai lettori della Cultura (1963, 2 p. 213) il primo libro del Trcves, G. Talamo ha voluto soffermarsi soprattutto sul significato politico della polemica romane-simo-autirninniicsimo, sia tra i puri romantici clic la interpretavano in coerenza all'ideale, caro al romanticismo, di mia missione delle varia nazioni, sia tra i liberali moderati alla Settembrini, convinti, invece, della necessità storica del loro an tir orna ncsimo per l'affermazione della nuova patria italiana in opposizione al mito universalistico e supernaziona-listico di una Roma caput mundi.
Ci sia, infine, consentito chiudere questo breve panorama degli echi suscitati nella nostra storiografia dall'apparizione dei libri di Trcves, rifacendoci ad un articolo di L. Salvatorelli su La Stampa di Torino (del 7 marzo 1963). L'illustre articolista, richiamandosi alla Storia della storiografia italiana nel secolo decimonono del Croce, pur rimproverando al Treves di non aver organicamente impostato la questione del dualismo storico e politico Italia-Roma, nonostante l'inclusione nella silloge degli scritti del Mica li e del Barzoni, e di aver trascurato i precedenti settecenteschi della querelle, riconosce al Trcves il merito di aver riportato alla lnce autori ed opere, talmente malnote od ignote, che talvolta possono esercitare sul lettore lo stesso fascino e la stessa ansia di scoperta di un inedito. E il caso, a nostro avviso, delle Postille aWHistoire romaine di Ch. Rolliti di Manzoni, sulle quali lo stesso Salvatorelli aveva a suo tempo richiamato l'attenzione (Il pensiero politico italiano dal 1700 al 1670, Torino, 1959, p. 178), ma che erano rimaste pres-socchè ignote sino all'edizione veneziana della Gorra e, soprattutto, sino all'inclusione attuale nella silloge ricciardiana, da parte del Trcves. Lo stridente contrasto voluto dal Manzoni tra il suo stile mordace a nervoso e l'ampollosa e retorica prosa barocca del Rollili, dona a queste pagine mia tensione ed una vivacità con pochi eguali. La vis storica del Manzoni, appare, poi, in tutta la sua naturale grandezza; il suo antiromanesimo ed il suo antigentilesimo si rivelano come non mai poggiati su di un perpetuo possesso dei classici e del pensiero antico
Una delle più acute ed interessanti Postille ci sembra quella stilata a proposito della figura di Bruto. La condanna manzoniana del tirannicida caro all'Alfieri è netta ed irrevocabile. Eppure, rompere con l'ideologia dell'Alfieri, in quei primi decenni del decimonono secolo, significava respingere tutta una secolare tradizione romana della nostra cultura: tuttavia, il Manzoni non esitava ad affermare che e Ce n'est pas seulement ni principalement ponr cela que la vcrtu de Brutus est fausse; c'est parce que le but qu'il se proposait, n'était pas la justice et la charité univcrsellc... Brutus voulait combattre et fairc combattre les autres pour une cause qui n'était que celle d'un nombre privilègio d'hommes. Il n'était pas merne philantropique (p. 646).
Questa breve ma acuta nota di Manzoni autorizza a collocare il grande scrittore neoguelfo tra i pia qualificati antesignani del concetto moderno di libertà, definita come libertà aperta, libertà liberatrice (V. Frosiuj, La Ragione dello Stato, Milano, 1963, p. 153), in opposizione con quell'idea di libertà chiusa, monopolio e privilegio di pochi Uberi, che aveva permeato di sé il mondo antico. ENZO SCIACCÀ
G. MABANINI, La rivoluzione francese nel cMoniteur ; Milano, Edizioni di Comunità. 1962, in 8, pp. XX1V-616. L. 6.000.
In questo elegante volume, corredato da numerose illustrazioni, Giuseppe Maranini ha raccolto, nell'originale francese, una ricca serie di resoconti del Moniteur universel sugli aspetti pio salienti della rivoluzione francese BÙIO a Termidoro, quali si riflettevano, in modo particolare* nei dibattiti dell'Assemblea Nazionale, prima, della Legislativa e della Convenzione poi. E quindi essenzialmente una storia parlamentare della rivoluzione quella che viene qui delineata, tonto vero che vion quasi fatto di chiedersi se, volendo presentare la lotta politica in Francia net corso di quegli anni dal punto di vista quasi esclusivo delle assemblee, non sarebbe stato più. opportuno far capo direttamente agli