Rassegna storica del Risorgimento

BLANC HUGUES; BUONARROTI FILIPPO MICHELE; REY JOSEPH; SOCIET? S
anno <1964>   pagina <491>
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Propaganda e rapporti di società segrete intorno al 1817 491
del 19 giugno, si gettò in balia della polizia una piccola società che lavorava per il principe d'Orange .l)
Scnonchc la struttura era diversa nelle due società: l'Union, sulle tracce della Tugendbund, o delle precedenti società francesi, mantenne il sistema delle sezioni intercomunicanti a piccoli gruppi, governati dal centro invisibile mediante organi di collegamento; i Sublimi Maestri Perfetti, pur non differendo nella so­stanza dt*-U'organizzazione, si configurano come una formazione massonica, con gradi, simboli, riti, la cui complicazione apparve talora una marna inutile, e il cui seopo era di ingannare le polizie come pure di imporsi alle immagina­zioni e di far penetrare gradualmente il soggetto nel programma politico della società. *)
La repubblica del Buonarroti, infine, non è quella del Bey, che vedremo poi legato a quei liberali del centro parigino con cui l'ex Eguale si sentirà sempre in antitesi (eccetto il D'Axgcnson); sebbene sollecitato lui pure da interessi sociali, l'avvocato grenoblcse resterà alieno da soluzioni comuniste volgendosi poi al Sansùnonismo.
Queste differenze non escluderebbero intese o vincoli settari di cui, però, non abbiamo alcun indizio. Una lettera del 25 dicembre 1830, trovata e pubbli­cata dal Saitta3) documenta l'interesse preso dal Buonarroti alle dottrine e agli esperimenti dell'Owen. Il Bey, cui è diretta, ne era diventato un esperto dorante il suo esilio a Londra e ne aveva divulgato con scritti la conoscenza. La lettera entra subito in argomento, il che fa supporre una corrispondenza ante­riore; non è, però, confidenziale, e il Buonarroti si scusa, pur dopo vari mesi dal suo ritorno a Parigi, di non aver ancora visto il Bey, causa la distanza della sua abitazione. E ben probabile, come congettura il Saitta, che appunto dal Bey il Buonarroti abbia avuto già prima informazioni sulla dottrina dell'Owen, cui de­dica una nota nella sua Conspiration des Egaux pubblicata nel 1828; è anche probabile, aggiungiamo, ohe ne lo abbia richiesto Gioacchino Prati, che teneva carteggio col Buonarroti, e aveva cercato d'importare tra gli esuli a Londra i Sublimi Maestri Perfetti. Il Prati era stato appunto attirato dal Bey in un circolo owenista, che, però, non lo convinse.4) Nel 1830, invece, lo stesso Bey navigava in pieno sansimonismo, e questa volta riuscì a fare del sempre fervido cospiratore trentino, allora a Parigi, un ardente apostolo della nuova dottrina. Per questo e per varie vicende della sua vita agitata.
1) J. Wrr, Fragmente aus maìnem Leben and tneiner Zait, Leipzig, 1827-1830, voi. H, p, 45. Hi sono servita qui di un quaderno contenente la deposizione del Wit, esistente a Parigi, Archìvi Nationales, F/7 6684.
a)Per i risaltati pio. recenti degli studi sui S. M. P, v. A. SAITTA, F. Buonarroti, eit. eap. Ili e A. BEHSASQ, Franate Bpnortf*, eie., cap. III. Se ne discute in E. EisENSTEtfj, F. M. Buonarroti, Cambridge, Massachusetts, 1959, cap. Ili e LEONINO, Buonarroti and hi* International Secret Societies, in International Revieto of Social Mistory, voi. 1,1956, WSLSfr 112-Uu.
*) 0p. oìi., voi. I, p. 66.
*) Le notìzie mi Prati sono desunte dalla sua autobiografia, esposta da P. PEDROTTI iti Note autobiografiche del cospiratore trentino Gioachino Prati, Rovereto, 1926. Dell'ori­ginale, che comparve a puntate a Londra sul Penny 8atirut, dal 1837 al 1839 si sono valsi nei loro studi sul Buonarroti A. GALANTE GARUONR, Filippo Buonarroti e ! rivolutionari dettr800, Milano, 1951, cap. VII, e A. LEONINO, op. clt.