Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI LIBERALI FRANCIA 1864-1865; GIORNALI LIBERALI GRAN BRE
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508 Egidio Papa
la stampa liberale e non cattolica, fu favorevole e li difese quasi sempre con impegno la stampa cattolica e clericale.1)
Inoltre, le date di pubblicazione non stanno a significare che il giornale abbia atteso fino a cruci giorno per scrivere dell'enciclica e del Sillabo. Bastò la prima notizia sicura dell'avvenuta promulgazione per prendere posizione è lanciarsi a giudicare del contenuto. Ancora, va rilevata la differenza di atteggiamento fra la stampa italiana e quella di altri paesi, specialmente della Francia e dell'Inghilterra, ove il problema religioso e dottrinale era molto più sentito; sicché più vasta e profonda fu la polemica intorno ai due documenti pontifici. Forse per l'indole diversa, forse per la situazione politica, in Italia la reazione gravitò intorno alle relazioni governo italianoS. Sede per la questione romana. Una caratteristica comune a tutti i giornali avversari fu il tono, direi, di indifferenza, di sufficienza, che molte volte quella stampa affettava di fronte al gesto di Fio IX tradendosi poi ad ogni pagina e rendendosi così ridicola. A questo forzato atteggiamento faceva riscontro il tono di tracotante trionfo della stampa clericale, specialmente ultramontana, riuscendo tante volte gonfia di retorica.
Per quello che rappresentavano o che credevano di rappresentare, conviene volgere per primo l'attenzione al Mediatore del Passaglia e alla Frante, che si ispirava al de la Guéronnière, ma era diretta in questo momento dal Garcin.
Fosse o no del Passaglia il primo articolo dedicato dal Mediatore2) ai due documenti pontifici, suo ne era Io stile e le immagini usate, quando confessava sinceramente che nel leggerli il suo sentimento cattolico gli aveva fatto compiangere il vecchio pontefice , che non illuminato dalla grazia superiore in quelle questioni, non grandemente dotto in materie sociali e giurìdiche ed avendo perduto quasi totalmente la memoria, si lasciava trascinare dai partiti estremi a sostenere opinioni che movevano ad ira tutto il mondo civile, e che
') Le Monde di Parigi, a questo proposito, il 28 dicembre scrisse: Gli amanti dì quegli errori già profetizzano la rovina della Chiesa che osa così porsi di fronte alla società moderna e dirle a quanti errori essa concede tuia sciagurata confidenza. Gli amanti della verità ne gioiscono trovandovi una guida infallibile per dirigersi nelle tenebre intellettuali che si diffondono con una deplorevole facilità .
Le Monde era il giornale cattolico ultramontano che, succeduto alla Voix de la vérìté nel 1860, fu fedele alle idee del soppresso Univers diretto da L. Vcuillot, al quale fu proibito dal governo di collaborare al nuovo giornale. Il Guardian di Londra il 4 gennaio ] 865 definì Le Monde, pur moderato e più sfumato rispetto all' Univers, t.he most stupidi y fanatical , e sintetizzò la situazione francese liberale così: L'intelligenza del paese tranquillamente, silenziosamente e dignitosamente guarda e in fondo disapprova, il governo riprova, la folla apertamente schernisce, ride, bestemmia .
Insomma, ciascuno vedeva le cose secondo gli occhiali che inforcava!
2) Anno III, n. 53 (dicembre 1864), pp. 890-896. Il Mediatore di Torino, bisettimanale, fondato e diretto da Carlo Passaglia visse dal 1862 al 1866, affiancato dal quotidiano La Pace (gennaio 1863-agosto 1864). Era uno degli organi di stampa di ex-preti e preti dissidenti che proliferarono in Italia in quel periodo sostenuti finanziariamente dal governo e da organizzazioni straniere; come il Mediatore, erano ari li temporalisti e anticlericali non poco, ma illusi, nonostante dò, di lavorare alle riconciliazione dell'Italia o del mondo moderno con la S. Sede e la Chiesa. Frati camuffati da liberali , che volevano venerare in Pio IX un'infallibilità che quel povero illuso fondava quasi esclusivamente sul potere temporale e che da essi assolutamente gli ai negava. Così giudicò tutti costoro Il Paese di Napoli il 18 febbraio 1862 a cui rispose il Passaglia nel Mediatore, a. I (1862), pp. 307-318.