Rassegna storica del Risorgimento

GIORNALI LIBERALI FRANCIA 1864-1865; GIORNALI LIBERALI GRAN BRE
anno <1964>   pagina <509>
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per conservare l'ultima brìciola del potere temporale ai serviva dell'autorità spirituale tu materie ad essa estranee.
All'articolista sembrava di doversi facilmente consolare di quell'amarezza, almeno come Italiano amante dell'unità, perchè le esorbitanze del papa in nulla compromettendo la religione di Cristo, avrebbero provato con chiarezza che era il solo potere temporale a rendere intrattabile la corte di Roma e a farle insegnare dottrine capaci di inimicarle popoli civili e governi liberali.
Che si trattasse di ipcstione unicamente temporale a muovere la corte di Roma in quel senso, appariva chiaro dall'interesse che avevano i gesuiti, i san* fedisti, i legittimisti, i prelati di corte, i quali non potrebbero più dominare a Roma, se il papa si riconciliasse con la civiltà moderna. Quella era gente che doveva rischiare tutto per tatto. Così si comprendeva come mai avessero spinto il papa a sostenere proposizioni che non reggevano ad un esame critico sia filo­sofico sia teologico, che con più. scienza e dottrina avrebbe fatto il professor Passaglia fra breve.
ibi questa prima presa di posizione, è delineata sostanzialmente l'imposta­zione della controversia da parte della stampa italiana, quella cioè di ridurre l'azione pontificia e particolarmente i due documenti in questione al solo interesse temporale o, se si vuole, alla sola urtica ambitionis, che avrebbe spinto Pio IX a mettere a repentaglio la sua autorità spirituale.
Non diversa dal Mediatore nella sostanza la prima reazione di Frana. *)
Il de la Guéronnière rispondendo o fingendo di rispondere ad una lettera d'un amico il 24 dicembre, così riassumeva il programma o credo del suo giornale: fedeltà al governo e alle istituzioni moderne, difesa dell'indipendenza del ponte­fice e degli interessi religiosi. Rilevava poi che a Roma, oltre l'incontestata e incontestabile supremazia del papa in fatto di domina, vi era tutto un ordine di idee assolutamente estraneo ai principi della società moderna, che confondeva la libertà civile e politica con le dottrine e gli eccessi della rivoluzione. Cosa che rattristava non poco gli spiriti più sinceramente devoti al cattolicismo. Spettava proprio alla France di rivendicare la libertà religiosa nel senso che l'in­tendevano i migliori vescovi francesi.
Fissate cosi le linee programmatiche del giornale, il giorno seguente, 25 di­cembre, venne presa in sommario esame l'enciclica, che sarebbe stata pronta già da due anni; si era atteso, però, fino a quel momento per inviarla ai vescovi. Attesa che dimostrerebbe, sempre secondo la France o A. Garcin, suo direttore, che firmava l'articolo, che anche a Roma non si era ben detcrminati riguardo al­l'opportunità della pubblicazione e dell'interdetto contro i principi basilari della società politica.
La nuova enciclica non poteva che richiamare l'altra del 15 agosto 1832, Mirati vost che parimente aveva condannato libertà di coscienza, di culto, di opinione, indipendenza completa del potere civile dal religioso.
Qual'è la conclusione che si dovrebbe trarre dalla condanna, si domandava Garcin ? La teoria che se ne dedurrebbe è molto semplice: i popoli nelle mani dei principi, questi in quelle del pontefice; mentre il pontefice sarebbe il Bolo giudice,
') 27 dicembre 1864. La Franco era stata-fondata l'il agosto 1862, seconda dei sei quo­tidiani, cioè Opinion Nationali; Temps, Union, Monde, Avvitir National, ohe dal 1860 al 1865 sorsero e sì unirono in associazione per far concorrenza soltanto commereiaio essendo di idee spesso opposte ai maggiori quotidiani parigini già esistenti e associati.