Rassegna storica del Risorgimento

GIORNALI LIBERALI FRANCIA 1864-1865; GIORNALI LIBERALI GRAN BRE
anno <1964>   pagina <510>
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Egidio Papa
rifila misura che inappellabilmente crederebbe, di intervenire anche in affari temporali senza, però, che i principi avrebbero titolo di immischiarsi in cose religiose. Il enlto pubblico riconosciuto alla sola religione cattolica e l'obbligo latto ai principi di proteggerla e reprimere gli altri culti non solo in nome del­l'ordine pubblico, ma anche in nome della stessa religione. Diritto alla Chiesa di punire con pene temporali i violatori delle proprie leggi, mentre il delitto d'eresia, cancellato da tutti i codici moderni, dovrebbe essere mantenuto e colpito come nel medioevo. Né meno riprovato era il diritto pubblico-ecclesia­stico che regolava le relazioni tra la Francia e Roma.
Il Garcin, per parte sua, si consolava pensando che la nuova manifestazione della corte di Roma non avrebbe avuto effetto diverso dalia precedente del 1832, Impedì forse quella che il Lacordaire continuasse a predicare per tutta la sua vita la conciliazione fra cattolicismo e libertà moderne ? Ebbene, con tatto il rispetto dovuto a tutto ciò che emana dal sommo pontefice, la nuova enciclica, sentenziava Garcin, non sarebbe stata più efficace contro lo sviluppo del libera­lismo, la cui corrente era irresistibile.
Un'altra consolazione, a suo modo, il Garcin la ricevette volgendo lo sguardo alle prime reazioni della stampa. Gli sembrava che la costernazione fosse generale almeno a Parigi ! in tutti i più fedeli alla causa della S. Sede, i quali si domandavano sgomenti quale mai potrebbe essere il fine di un tal documento, del quale nel 1862 i vescovi presenti a Roma per la canonizzazione avevano impedita la promulgazione a causa dei gravi inconvenienti cui si sarebbe andati incontro: intralcio alle conversioni dei protestanti, crisi di coscienza di illustri uomini costretti a scegliere ira la fede cattolica e le loro convinzioni politiche, contrasto fra i vescovi e i governi e i popoli e l'opinione pubblica, avversione e disapprovazione delle costituzioni degli Stati, obbligo di mettersi a distruggere l'ordine esistente in Europa per costruirne uno nuovo.
Questo il cumulo di motivi che avrebbe impedita la promulgazione dell'cnci-clina nel 1862, secondo il Garcin, che diceva di essere ben informato su ciò, e che non riusciva a spiegarsi come mai la S. Sede avesse voluto proclamare nel secolo XIX dottrine contestate anche nello stesso periodo medievale; mentre poi permet­teva che gli Btessi vescovi giurassero costituzioni fondate sulle libertà moderne e che il clero rivendicasse la libertà d'insegnamento religioso come conseguenza necessaria della libertà religiosa, per non parlare della costituzione liberale che lo stèsso Pio IX aveva tentato d'introdurre nei suoi Stati nei primordi del suo pontificato. Ma che forse le parole libertà e liberalismo non avevano allora lo stesso significato di oggi ? Come spiegare allora, si domandava Garcin, questa marcia indietro che tanti anni fa non si sarebbe sospettata ?
La situazione è, dunque, complessa. Vi sono contraddizioni da rilevare, fatti da precisare, principi da porre, conclusioni da trarre.
Ma a rugare ogni dubbio sulla sua fedeltà al governo, il Garcin precisava che Franco avrebbe combattute nella maniera più. categorica le dottrine contrarie al diritto pubblico francese, mentre si sarebbe dedicata a cercare ciò che avvici­nava e txoix eiò ohe divideva.
Il Garcin, che all'enciclica aveva fatto grazia di discuterla in qualche modo, alle 80 proposizioni del Sillabo1) contrappose gli articoli gallicani del 1682, i
J) La Franco, 28 dicembre 1864.