Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI LIBERALI FRANCIA 1864-1865; GIORNALI LIBERALI GRAN BRE
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1964
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516
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516 Egidio Papa
Se qualcuno, a questo proposito avesse voluto sapere qualcosa di più, c'era il Siede del 1 gennaio 1865 pronto a piegarglielo. Quel giorno, infatti, il Siede inserì fra le sue colonne uno stelloncino propagandistico del Dictionnaire du siede XIX del Laroussc, lettera A, nel quale tra l'altro si poteva leggere: Lo sgradito manifesto che lancia la corte di Roma e clic riempie oggi della sua triste amarezza il cuore di tutti i cattolici sinceri [come quelli di Siede o gli altri ?], è l'opera di S. Santità o il prodotto di qualche influenza funesta che si applica da dieci anni [perchè solo da dieci ?] a corrompere ciò che vi è di meglio ? Tutti i lettori possono rispondere a tale domanda quando essi avranno letta la biograna seguente [cioè quella dell'Antonelli che era riportata per intero] ohe è comparsa nel Grand Qictiaimaire il 1 dicembre, otto giorni prima dell'apparizione dell'enciclica famosa; essi sapranno donde parte il colpo di Stato che ri-chiama l'ostinazione cieca e l'intestardimento insensato di Bonifacio VHI ,
Finanche a una voce biografica, del resto vero capolavoro libellistico, ci si andava ad attaccare per combattere l'enciclica e il Sillabo. A tanto giungeva l'ostentata indifferenza della stampa !
Tra la colluvie di scritti, commenti e reazioni all'enciclica, pare che l'articolo dello Yung, invero abbastanza singolare, attirasse particolarmente l'attenzione della Civiltà Cattolica, *) la quale nel gennaio gli dedicò un ampio articolo, facendogli rilevare che se avesse data un'occhiata al Sillabo avrebbe visto dalle fonti citate che il papa nel 1846 condannava precisamente le medesime dottrine del 1864. Quanto poi alle affermazioni fatte dallo stesso Yung il 1 gennaio, secondo le quali tutti, amici e nemici, sentivano che si trattava di un documento puramente cancelleresco della curia romana e nulla più e che se la libertà di perdizione, come la definiva il papa, avesse subito qualche restrizione, ciò sarebbe avvenuto non per opera degli staffieri del S. Ufficio bensì dei gendarmi e per considerazioni di ordine pubblico, la Civiltà ribattè sdegnata: Oh homines ad servilutem natos ! degni di essere governati con gli avertissements communiqués e Coi gendarmi ! Yoi tutti, giornalisti liberali, confessate per bocca del vostro collega che rispettereste l'enciclica e il Sillabo se ci fossero quelle tali cose, cioè lo fareste per paura, mancando la quale li disprezzate. Oh scrittori coraggiosi, generosi, liberali, davvero degni della libertà, voi non potete essere governati con le encicliche, ma con la paura. Ciascuno ha il governo che si merita, diceva de Maistre. E voi per ora non meritate che quello che avete e non avete che quello che vi meritate B quanto al colpo di Stato, la Civiltà ironizzava che lo Young doveva essere abbastanza giovane se non aveva visto un colpo di Stato più. étonnant di quello dell'enciclica, riferendosi evidentemente al colpo di Stato napoleonico del 1851.
Qualcosa di simile fece rilevare anche VUnion il 2-3 gennaio in polemica col medesimo giornale e precisamente con il Camus che pareva ironizzare sulla possibilità dell'applicazione dell'enciclica perchè oggi era questione di eserciti e il papa non ne aveva.
Ecco dunque hi tesi dei liberi pensatori riassunta nella forza, commentava Union, proseguendo poi a lungo contro il principio del nonintervento e le conquiste italiane dei ducati e del regno di Napoli approvate da quei liberi pensatori.
L'interesse suscitato dai due documenti pontifici in Inghilterra, se non fossimo altrimenti informati da una lunga serie di giornali e di riviste di ogni
l) La Civiltà Cattolica, serie VI, voi. I (1865), pp. 218-26,